La boxe in lutto per Benito Michelon

di Primiano Michele Schiavone

Lunedì 26 marzo, l’ex pugile Benito Michelon è passato a miglior vita nell’ospedale di Alessandria, dopo un brevissimo periodo di ricovero. Michelon, nato a Padova il 9 febbraio 1939, aveva compiuto 79 anni da poche settimane. Cresciuto nella città piemontese di Alessandria, iniziò la pratica del pugilato nel 1955, all’età di 15 anni. Si affermò come uno dei migliori dilettanti del Piemonte e partecipò a due campionati italiani assoluti con risultati soddisfacenti: nel 1959 a Milano disputò la semifinale mediomassimi con Piero Del Papa, nel 1960 a Torino cedette nella finale allo stesso avversario toscano, quel pugile che qualche anno dopo significherà il mutamento radicale della sua carriera professionista. Michelon debuttò tra i pro il 28 luglio 1962 e infilò una bella serie positiva di risultati che lo condussero alla corte del campionato italiano mediomassimi detenuto dal pisano Piero Del Papa, sua vecchia conoscenza quando militava con la canottiera. Il 6 agosto 1964 Michelon si presentò al cospetto del titolare nazionale per conquistare la cintura e conservare l’imbattibilità: sul ring di Ascoli Piceno l’esito gli fu sfavorevole a causa di una ferita che lo fermò nell’undicesima ripresa.

Il 26 dicembre di quell’anno Michelon centrò l’agognato bersaglio, superò Del Papa dopo 12 velenosi tempi e conquistò il trono italiano dei pesi mediomassimi. Al ritorno sul ring, il 2 aprile 1965 a Torino, le cose non andarono bene contro l’argentino Jose Menno, ancora a causa di una ferita che gl’impose lo stop nella quarta frazione. Il 18 giugno successivo a Milano dovette cedere il titolo italiano all’invitto laziale Vittorio Saraudi che lo costrinse alla resa nella decima tornata. Provò a rifarsi contro lo stesso Saraudi l’11 marzo 1966 a Torino ma dovette accusare un’altra sconfitta prima del limite, cedendo al civitavecchiese nella quarta ripresa. Michelon rimase a lungo lontano dal ring ma il 22 marzo 1969 si presentò a Galliate e la facile vittoria conseguita quella sera lo rinfrancò e lo stimolò a continuare. Il 30 maggio a Kelkheim, in Germania, non andò oltre il terzo round contro il tedesco Rudiger Schmidtke, futuro campione nazionale ed europeo mediomassimi. Michelon volle comunque continuare a calcare il quadrato e il 6 marzo 1970, a Udine, vide crollare il suo orgoglio dinanzi al locale Alfredo Vogrig, che lo liquidò nella seconda ripresa. Michelon lasciò definitivamente la boxe dopo 25 incontri: 19-6-0.

Michelon è stato molto amato nella sua città d’adozione; ricordato a lungo dai concittadini, di ogni generazione, anche per aver salvato dalle acque gelide del fiume Tanaro, presso Alessandria, due bambini che stavano per annegare nel febbraio 1981. I due ragazzi, di 9 e 11 anni, stavano giocando sullo specchio ghiacciato del fiume quando la crosta di ghiaccio si ruppe. Michelon, presente a quel tragico evento, non esitò un istante, si tuffò nelle gelide acque e li portò in salvo. Michelon ottenne molti riconoscimenti, non solo per meriti sportivi, anche dopo l’abbandono dell’attività agonistica, uno dei più prestigiosi fu l’autorevole Fiamma Oro Augusta Taurinorum, consegnatagli a Bologna.

Fonte www.sportenote.com

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