Accadde oggi: 23 giugno 1956 Duilio Loi mette ko Fred Galiana

Il 23 giugno 1956 Duilio Loi, forse il più grande di tutti, compì un altro dei suoi capolavori. Un mese prima aveva disputato uno dei suoi peggiori incontri pareggiando con lo spagnolo Josè Hernandez, in un match che sembrava più una corrida e una rissa. Il titolo di campione europeo dei leggeri rimase per un soffio sulle sue spalle. Il pubblico lo fischiò e i giornalisti non lo trattarono certo meglio, perchè all’epoca non si cercavano come oggi scappatoie per giustificare, ma si diceva pane al pane e vino al vino senza mezzi termini. Loi, cuore di guerriero ma animo sensibile, ci rimase male e ancora di più per le dichiarazioni che rilasciava ai quattro venti il suo sfidante, Fred Galiana, anche lui spagnolo. Quella sera al Vigorelli si disputava sulle 15 riprese il titolo europeo dei leggeri tra due campioni, perchè lo spagnolo era il campione dei piuma. Fu un match voluto a furor di popolo dopo che nel 1955 Galiana aveva fatto il vuoto a suon di ko superando anche l’anziano Famechon. Per giustificare questo match  gli italiani vollero vedere di persona in azione Galiana contro un altro pezzo da 90, parliamo di quell’ Orlando Zuleta che aveva fatto tremare Loi. Il cubano aveva una classe innata e sembrava avviato alla vittoria, ma lo spagnolo si scatenò nell’ultima ripresa dove l’avversario fu letteralmente malmenato salvandosi per il suo grande mestiere. Fu decretato il pari, ma soprattutto si capì di stare di fronte a un grande pugile. Quella sera a Milano erano tutti nervosi, sarebbe riuscito Loi a fermare quella macchina da guerra? Una domanda che scorreva di bocca in bocca. L’unico tranquillo era Loi, che sapeva di essersi allenato seriamente, aveva ben impressa nella mente l’ultima ripresa di Galiana con Zulueta, e aveva studiato le contromosse. Erano di fronte l’orgoglio di due Nazioni, due stili in antitesi. Per chi volesse predire un risultato c’era la vittoria di Loi ai punti e il ko per lo spagnolo. Ma saltò per aria tutto. Galiana cercò subito la battaglia e quando partiva con le sue serie Loi era talmente chiuso da sembrare impenetrabile. Nel secondo round l’italiano partendo al contrattacco portò un rapido montante sinistro al fegato e un gancio destro alla mascella, una combinazione classica ma deleteria,  portata alla perfezione come aveva fatto il nostro. Galiana crollò al tappeto in avanti. Al 9” si rimise in guardia ma cadde su un altro montante. La superiorità divenne schiacciante e lo spagnolo fu contato altre due volte. Loi freddo e inesorabile lo lasciò sopravvivere un altro round, ma nel VI scagliò un altro montante al fegato che sembrò trapassare da parte a parte lo spagnolo, che orgogliosamente cercò di rialzarsi, ma le gambe stavolta non lo ressero. Galiana continuò una brillante e lunga carriera con frequenti tournèe in Argentina, ma qualcosa dentro di lui cambiò relegandolo semplicemente a buon pugile. Per Loi, portato in trionfo dal suo pubblico, più che la conferma fu la laurea di fuoriclasse raggiunta, che lo porterà a diventare campione del mondo.

(alb)

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