Lutto nella boxe per la scomparsa di Alfredo Oi

La boxe in lutto è una frase che riempie spesso le nostre cronache quotidiane. C’è anche un’altra frase ricorrente e quasi simile come “Lutto nella boxe”. Per Alfredo Oi non esiste distinzione. Il lutto lo porta nel cuore Vittorio, oggi tecnico e ieri grande pugile, e tutta la famiglia, ma lo portiamo nel cuore anche noi che facciamo parte di un mondo molto più sensibile di quello che appare vedendo un match di pugilato. Ho conosciuto Alfredo verso la fine degli anni ’80 e nella prima metà degli anni ’90, poi le nostre strade si sono incrociate sempre più di rado, ma il ricordo e la stima rimanevano saldi attraverso i saluti che ci inviavamo tramite Vittorio, che in pratica era diventato il nostro ambasciatore. Ho cominciato a conoscere Alfredo frequentando la Sjlpia Boxe di Torvajanica dove insegnava Silvano Falloni, un rude maestro dal cuore d’oro. Silvano all’ epoca allenava anche due “ragazzini”: Vittorio e Alessio. Vittorio Oi e Alessio Sakara quasi adolescenti avevano già quel qualcosa in più necessario per identificarli “campioni” in pectore. Lì conobbi Alfredo, agli allenamenti del figlio. Non so dire se lui era un appassionato della boxe o lo era diventato “grazie al figlio”, ma una cosa me la manifestava apertamente, perchè eravamo diventati buoni amici, ed era che quando Vittorio stava in palestra e combatteva lui da buon genitore era tranquillo.

All’epoca avevamo un ritrovo nel ristorante Pippo l’ Abruzzese a Torvajanica insieme al maestro Silvano e agli altri componenti. Poi pian piano la vita cambia le situazioni e Vittorio Oi lascia la vecchia palestra per il salto di qualità andandosi ad allenare all’Audace con Carmelo Farris. Ma Alfredo lo incontro in varie situazioni come personaggio attivo con capacità non indifferenti, grazie a lui vengono aperte con una certa frequenza le porte di Pomezia alla boxe. La sua non è una figura marginale: nella ridente cittadina tirrenica, conosce tutti e insieme all’avvocato Giuseppe Rubino riesce ad aprire “tutte le porte” ridando lustro alla boxe. Lui è una persona battagliera, non si arrende facilmente e alla fine ottiene. Pomezia in qualche modo deve molto alla boxe e anche viceversa, la boxe deve molto a Pomezia. Poi le nostre strade si smarriscono quasi in contemporanea con lo “smarrirsi” di Vittorio.

Panta rei (tutto scorre), diceva un grande filosofo, e in qualche maniera la situazione si capovolge ancora una volta perchè nella scena pugilistica riappare dopo qualche anno un Vittorio Oi rigenerato. Siamo nel 2006 quando l’organizzatore Davide Buccioni, anche lui combatteva tra i dilettanti al tempo di Oi, si vede davanti un uomo responsabile con una bella famiglia che lo adora, desideroso di togliersi qualche soddisfazione combattendo e poi diventare maestro e aprire una palestra. Io e Alfredo ci rivediamo spesso alle riunioni anche a Roma. Vittorio torna ad essere “il nostro ambasciatore” per i saluti. Dentro di me ho sempre avuto la consapevolezza che dietro la rinascita c’è anche lo zampino di papà Alfredo oltre alla famiglia. Il 24 agosto Vittorio mi manda un messaggio doloroso nella sua brevità “Papà non c’è più”, poche parole capaci di selezionare nella mia mente immediatamente i ricordi di un epoca indimenticabile con un altro protagonista che ci lascia.

Nella foto di qualche anno fa una bella rimpatriata con l’organizzatore Davide Buccioni e con l’Audace dove si vedono in piedi Vittorio e Alfredo Oi

I funerali si svolgeranno a Pomezia domani 27 agosto alle ore 11 nella chiesa di San Benedetto a piazza Indipendenza.

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