Accadde oggi: 6 marzo 1971 Piero Cerù batte Ermanno Fasoli

Il 6 marzo 1971 Ermanno Fasoli era chiamato a difendere il titolo italiano al Palazzetto  di Cantù. Il pugile di Lecco da due anni dominava in Italia nella categoria dei superleggeri, d’altronde parliamo di un fine schermidore che aveva partecipato alle Olimpiadi di Tokyo nel 1964, eliminato al secondo match. Da professionista mostra subito le sue caratteristiche positive e negative: bella tecnica ma scarsa resistenza fisica, suo tallone d’Achille. Fasoli aveva già incontrato a Reggio Emilia Piero Cerù, che aveva cattiveria e potenza ma scarse nozioni tecniche, e aveva vinto sia pure di misura. La situazione in questo match per certi versi si capovolgeva con un Cerù più scaltro tecnicamente che aspettava il momento buono per piazzare la stoccata. Al VII round un Fasoli in affanno dalla media distanza veniva centrato da un fulmineo montante sinistro, il campione “decollava” al tappeto e si rialzava all’8. Appariva evidente che non aveva recuperato bene e non vedeva il violento sinistro che gli centrava il volto. All’8 mosso dal suo grande orgoglio si rialzava  ma era malfermo sulle gambe e l’arbitro giustamente decretava la fine del match. Dopo questo match Cerù svolgerà un’attività intensa difendendo il titolo numerose volte fino al 1975, arrivando anche ad una sfida europea con lo spagnolo Perico Fernandez, che lo battè prima del limite.

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