Stanotte c’è Jaime Munguia contro Dennis Hogan…un mondiale a senso unico

Stanotte all’Arena di Monterrey (Messico) Jaime Munguia (+ 32, 26 per ko), 22 anni, torna a combattere in patria dopo un anno di “esilio” in cui ha conquistato e messo in riga tra i superwelter WBO gente come Sadam Alì, Liam Smith, Brandon Cook e Takeshi Inoue. Il messicano è considerato più che una grande promesso e  la Golden Boy Promotions ne tesse la tela in maniera prudente, convinta di avere un’altra gallina dalle uova d’oro. Il giovane ha le potenzialità per affiancarsi al connazionale Canelo Alvarez. Avere due pugili di questo calibro fa dormire sonni tranquilli a Oscar De La Hoya, che muove le fila di due categorie (superwelter e medi), che stanno tornando a fasti non tanto antichi. Il Messico patria di pesi minori ha alzato l’asticella addirittura fino ai mediomassimi. Munguia è consapevole di dover fare più esperienza per frenare quella sua irruenza che finora gli ha dato ragione, ma che lo espone pericolosamente. Non è un segreto di voler portare Munguia tra i medi con l’intenzione di fare da terzo incomodo a Golovkin e Canelo, cosa che avverrà probabilmente nel 2020, ma per ora si viaggia sul sicuro, anche se nella boxe spesso il sicuro nasconde le insidie sotto un colpo solo. Non dovrebbe essere il caso dello sfidante Dennis Hogan  (28, 7 per ko, -1, =1), 34 anni, per certi versi sconosciuto fino alla promozione nella classifica WBO. Se poi andiamo ad analizzare nel suo record nomi conosciuti troviamo in pratica solo il suo unico vincitore, Jack Culcay. Hogan è pugile aggressivo come attesta il soprannome di “Hurricane”, ma questo potrebbe essere uno svantaggio contro un Munguia superfavorito.

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