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A Ryota Murata bastano due round per riconquistare il titolo
All’Edion Arena di Osaka Ryota Murata (15, 12 per ko, -2) si riprende il titolo WBA dei medi abbattendo il detentore Rob Brant (+ 25, 17 per ko, – 2) in due round. Un risultato che sa di sorpresa, ma che è tutto da decifrare. Nel precedente match tra i due si davano poche possibilità all’americano contro il giapponese. Invece Brant vinse in maniera talmente netta che in molti osannavano la nascita di un nuovo grande campione e che molti celebravano il de profundis dell’ex medaglia d’oro del 2012. Murata dopo un anno di riflessione è salito sul ring lucido e determinato per intraprendere “una guerra” e probabilmente una nuova sconfitta rischiava di portarlo alla decisione dolorosa di abbandonare la boxe. Ma niente è scritto in anticipo, niente è prevedibile in questo sport. Forse in entrambi i pugili è scattata una molla diversa, sicuro di sé l’americano e determinato a giocarsi il tutto per tutto il giapponese. Forse Brant ha sottovalutato l’avversario, come probabilmente era successo a ruoli invertiti nel precedente match a Murata. Quest’ultimo ha attaccato subito per non dare respiro mentre il campione commetteva l’errore di accettare lo scambio. La differenza di potenza si è vista subito e Brant soffriva visibilmente il destro del giapponese. Nel secondo round stessa musica con l’americano in difficoltà, incapace di arginare la furia dell’avversario fino a quando un micidiale gancio destro atterrava il campione, che dopo il conteggio riprendeva. Murata ormai concentrava tutta la sua potenza per demolire l’avversario che non riusciva a sfuggire ai suoi attacchi. La soluzione è avvenuta dopo 2’30” quando Brant “bombardato” veniva tolto di gara dall’arbitro Per alcuni un po’ frettolosamente e per altri giustamente. Adesso un Bob Arum entusiasta parla di un Murata contro Canelo, ma sotto sotto la strada meno impervia sembrerebbe quella di un terzo match tra i due.