Tyson Fury re dei massimi per la WBC

Tyson Fury (+ 30, 21 per ko, =1) è tornato sulla vetta del mondo, almeno per il WBC, battendo prima del limite Deontay Wilder (+ 42, 41 per ko, = 1, – 1). Al VII round partiva l’asciugamano prima di iniziare, le condizioni di Wilder erano disastrose, il volto sanguinante e con i prodromi di un durissimo colpo all’orecchio, che probabilmente ne ha condizionato i movimenti. La rivincita al MGM Grand di Las Vegas ha parlato chiaro. Per certi versi la debacle è iniziata con l’atterramento del III round, dal quale Wilder ha dato l’idea di non essersi più ripreso. Fury logicamente ha cercato di finire lì il match, ma non ci è riuscito. Nel IV si vedeva subito che non era più il vero Wilder, che doveva incassare colpi pesanti, quasi da fermo. Il pubblico capiva che il match era ormai finito per un pugile con le gambe legnose. Wilder ha provato in qualche maniera a frenare gli attacchi del rivale, ma le forze non rispondevano, per cui la fine alla 7ma ripresa è arrivata liberatoria e forse sarebbe stato meglio, con il senno del poi, fargli risparmiare almeno un round. Nella clausola ci sarebbe l’opzione, che deve arrivare entro 30 giorni, di un terzo match tra i due, da svolgersi nel corrente anno. Rimane difficile esaudire una simile richiesta, che per ora appare decisamente accantonata. Dall’altra parte Tyson Fury ha messo d’accordo tutti sul suo reale valore e per l’organizzatore Hearn forse si avvera prima del previsto il sogno di una sfida tutta inglese, con Anthony Joshua, per l’unificazione di tutte le sigle nella categoria dei massimi.  

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