Angolo rosso…Halit Erylmaz dalla kickboxing alla boxe

di Vezio Romano                

Halit Erylmaz è nato a Cecina il 9 marzo 1998. E’ alto 172 cm per 56 kg di peso. Appartiene alla ASD Fight Gym di Grosseto ed è allenato dai maestri Raffaele D’Amico, Giulio Bovicelli e Emanuela Pantani. Ha iniziato l’attività agonistica nel 2013 e l’anno seguente ha conquistato la medaglia d’argento ai Campionati Italiani School Boy a Roccaforte di Mondovì. Nel 2017 ha ottenuto una medaglia di bronzo al Guanto d’oro d’Italia a Rossano e la medaglia d’argento ai Campionati Italiani Assoluti a Gorizia. Nel 2018 ancora argento ai Campionati Italiani Assoluti a Pescara. Nel 2019 argento al Guanto d’oro d’Italia a Gorizia e nuovamente argento ai Campionati Italiani Assoluti a Roma. Ha un record di 45 vittorie, 31 sconfitte e un pareggio.

D – Come ti sei avvicinato al pugilato?

R- Avevo 12 anni, ero molto vivace e, per dirla sinceramente, un po’ attaccabrighe; questo probabilmente accadeva perché frequentavo persone sbagliate. Poi ho incontrato Amedeo Raffi, presidente della Fight Gym, che ha creduto subito nelle mie capacità. Alla Fight Gym per un anno ho praticato kickboxing, poi il maestro D’Amico mi ha indirizzato alla boxe e mi ha fatto debuttare. Ho vinto i primi tre match prima del limite e l’anno seguente ho partecipato ai Campionati Italiani School Boy ottenendo l’argento. Devo dire che il pugilato ha veramente cambiato la mia vita in senso positivo.

D – Quale è stata fin ora la più grande soddisfazione?

R – Aver fatto parte della Nazionale e aver combattuto con atleti molto forti come, ad esempio, il kazaco Suleymanov.

D – E la più grande delusione?

R – E’ stata la sconfitta contro Daniele Oggiano agli ultimi Campionati Italiani Assoluti a Roma. Lui mi aveva sconfitto anche al Guanto d’oro a Gorizia pochi mesi prima, ma sono fermamente convinto di non aver perso in entrambe le occasioni.

D – Hai un campione preferito?

R – Nei professionisti Oscar Valdez, coraggioso e picchiatore come quasi tutti i pugili messicani. Nei dilettanti il cubano Andy Cruz Gomez, dotato di un grande repertorio.

D – Come ti vedi pugilisticamente?

R – Mi vedo un po’ tecnico e picchiatore. Sono ambidestro e sento di avere potenza in entrambe le braccia.

D – C’è un libro o un film sulla boxe che ti piace?

R – “The Fighter”: è una storia vera con una vicenda familiare che mi ha appassionato.

D – Oltre alla boxe hai altri interessi?

R – Purtroppo ho interrotto gli studi e ho fatto male. Mi dedico anima e corpo alla boxe, ma svolgo comunque dei lavori saltuari.

D – Quali sono i tuoi programmi futuri?

R – Punto a rimanere in Nazionale e spero di entrare in un Gruppo Sportivo dello Stato. Se ciò non sarà possibile, penso che passerò professionista.

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