Accadde oggi: il 25 ottobre 1906 nasce Primo Carnera a Sequals.

Passano gli anni, ma il suo nome rimane scolpito nella storia sportiva della nostra nazione. Carnera è rimasto e rimane sinonimo di forza, sinonimo di gigante buono. Ci sono state disquisizioni sulla sua struttura fisica, che per molti arrivò ad un’altezza di 2,07m, mentre invece venne ridimensionata, si fa per dire, a 1,97m.. Ma su una cosa furono tutti d’accordo: la sua possanza fisica aveva dell’incredibile, come si rilevò già alla nascita coi suoi 10kg.. Quando iniziò a combattere pesava circa 120kg, un peso distribuito in un fisico scultoreo. Era un’epoca di emigranti e anche lui ancora giovane partì per la Francia, dove iniziò a lavorare come falegname. Per arrotondare si esibì in un Circo itinerante sfidando gli spettatori in prove di forza, molto seguite da un numeroso pubblico incuriosito. Fu li che lo vide Paul Journée che aveva una palestra di boxe, facendolo seguire da Leon See, un manager furbo che capì di avere trovato un Eldorado. La sua struttura incuteva timore solo a guardarla, Leon See gli insegnò poche nozioni, che il gigante inglobò e migliorò. Molte le vittime designate, ma alcuni avversari erano di valore, e fecero capire che il friulano non era un “Colosso d’argille”, prendendo spunto da un noto film, ma “Una montagna che cammina”. L’America, mecca del pugilato, non se lo lasciò scappare. Oltre che combattere sul ring divenne anche attore e soggetto pubblicitario per molte marche importanti. Era conteso dalle maggiori metropoli americane. Tecnicamente migliorava, superando anche atleti di un certo valore. La sua drammatica vittoria su Ernie Schaaf fu considerata una sorta di semifinale mondiale. E fu così che il 29 giugno 1933 a New York spodestò il campione del mondo Jack Sharkey che in un precedente incontro lo aveva superato ai punti. Difese vittoriosamente il titolo per due volte. Nell’incredibile scenario di Piazza di Siena, alla presenza di circa 70mila spettatori, superò nettamente il basco Paulino Uzcudm. A Miami non aveva difficoltà a battere Tommy Loughran. Fu quindi la volta di Max Baer, con il quale tra l’altro aveva interpretato un film. Nel match che si disputò al Long Island Bowl di New Yok per una caduta fortuita si slogò una caviglia. Resistè stoicamente fino all’11° round dopo essere andato al tappeto una dozzina di volte. Per certi versi per il coraggio dimostrato acquistò un maggior numero di tifosi. Si ritirò nel 1946 con un record di 90 vittorie e 15 sconfitte. Si dedicò nel dopoguerra alla lotta libera, che allora si chiamava Catch e che poi diventerà Wrestling. Anche in questo sport ebbe un discreto successo. Si stabilì a Los Angeles conducendo una vita tranquilla con la sua famiglia fino a quando, colpito da un male incurabile, fece ritorno a Sequals dove morì il 29 giugno del 1967. Fu il primo italiano a conquistare il titolo mondiale, per giunta in quella che è considerata la categoria più importante, con un’unica sigla, a certificare con il suo nome anagrafico, Primo, di essere stato all’epoca il più bravo e il più forte.

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