Accadde oggi: 23 maggio 1963 Giulio Rinaldi batte Erich Schoeppner

Il 23 maggio 1963 lo stadio Flaminio diventava nuovamente teatro di una importante riunione di pugilato. Il match clou era costituito dalla sfida europea dei mediomassimi tra il detentore Giulio Rinaldi e lo sfidante Erich Schoeppner. Una sfida  che per certi versi arrivava con due anni di ritardo. Erich Schoeppner quando era campione d’Europa aveva fatto carte false per evitare di incontrare il pugile di Anzio con avversari di comodo, fino a quando l’EBU lo destituì. Fu proprio allora che il titolo vacante fu conteso da Giulio Rinaldi e Chic Calderwood, con la vittoria del nostro. Nel frattempo Schoeppner, che indubbiamente aveva qualche problema per il peso, diventava campione europeo nella massima categoria, che all’epoca non era certo frequentata da fenomeni. Fu una trattativa abbastanza laboriosa per organizzare questo match anche perchè in quel periodo era in corso una lite tra Rinaldi e Proietti, il suo procuratore. Alla fine, con un sospiro di sollievo dell’organizzatore Tommasi, Rinaldi e Schoeppner salirono sul ring di fronte al pubblico delle grandi occasioni. Diciamo subito che il tedesco non era più quello di qualche anno prima. La sua attività si era ridotta, perchè più propenso a investimenti in affari. Era comunque un pugile di gran classe e potenza. Schoeppner capì fin dalle prime battute che quel Rinaldi era troppo forte, soprattutto quando alla fine del secondo round un gancio sinistro lo fece traballare. Un campanello d’allarme per lui che cominciò a legare e soprattutto a mettere in bella mostra non poche scorrettezze. Rinaldi per certi versi compì un piccolo capolavoro. Non abboccò e dimostrò subito di essersi ben preparato e in fiato, costringendo il tedesco a subire per quasi tutte e 15 le riprese. Schoeppner dal canto suo tra una tenuta e l’altra sciorinava, sia pure con il contagocce un sinistro fiammante e un montante pregevole per velocità e precisione, eredità dei “tempi migliori”. Alla fine non ci furono dubbi sul verdetto a favore di Giulio Rinaldi, che condusse un match intelligente senza lasciarsi trasportare dal suo spirito “fumino”.

(alb)

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