Il 27 marzo 1962 Duilio Loi si presentò sul ring milanese del PalaLido per affrontare Billy Collins. Il match in un primo tempo era programmato a Roma al PalaEur, infatti in quella riunione avrebbero dovuto combattere anche Renato Moraes e Freddy Mack, ma essendo il match saltato il triestino non se la sentiva di rischiare una serata con poca partecipazione di pubblico, per cui il match fu dirottato a Milano. Duilio si trovava in una fase molto delicata della sua carriera e il peso degli anni cominciava a farsi sentire. Dopo il pareggio con Perkins il triestino aveva incontrato gente non certo all’altezza dei suoi trascorsi come Akono, Kerwin e quell’ Ellis, che mise a nudo alcune lacune derivanti dall’età e dalla dura carriera del nostro grande campione. Si decise quindi di ingaggiare Billy Collins per giunta con la diretta televisiva di martedì. Forse è il caso di parlare di Collins, un pugile che aveva due mattoni al posto delle mani. L’americano , molto alto, sebbene apparentemente filiforme aveva resistenza e potenza fuori del comune. Alla sesta ripresa “il fattaccio” con Loi al tappeto dopo aver incassato un gancio sinistro seguito da un destro al mento. Era la prima volta dopo 120 incontri che Loi “assaggiava” il tappeto. Il nostro si rialzava subito e bene ha fatto l’arbitro Dejana a scandirgli i fatidici 8”, tempo che si rivelò utilissimo per il recupero. Il fuoriclasse si vede anche in questi frangenti, Loi si è trovato costretto a combattere mettendo sulla bilancia il suo smisurato orgoglio e per certi versi facendo un favore all’avversario con scambi durissimi. Pian piano il suo ritmo saliva d’intensità mentre Collins accusava la durezza e si sgretolava. Al X round Collins aveva un ritorno pericoloso, ma era troppo tardi. Il triestino si avviava alla fine della sua carriera ma dopo aver incastonato due gemme di grande valore con i successi su Fortunato Manca e la rivincita su Perkins, che lo vide tornare sul trono mondiale e ritirarsi da campione.