La boxe in lutto per la scomparsa di Santo Colombo

Ci è giunta la notizia della scomparsa di Santo Colombo, da molto tempo residente in Spagna. E’ stato a più riprese campione italiano nei pro tra i superwelter e i medi avendo fatto il suo esordio nel 1987 fino al 9 marzo 2001, quando disputò il suo ultimo incontro perdendo a Barcellona contro Xavier Moya. Quella fu una sconfitta annunciata non essendo più salito sul ring da due anni. Il suo record fu di 22 vittorie, di cui ben 14 prima del limite,14 sconfitte, 1 pari e 1 NC. Non traggano in inganno i numeri perché di quegli incontri ben 16 erano validi per il titolo italiano, di cui 9 vittoriosi. Ma quello che più salta all’occhio rimane il fatto di aver combattuto con i più forti dell’epoca in una categoria di ferro come era quella dei superwelter e infine nei medi. Santo era nato a Palermo il 30 dicembre 1965. Insieme al fratello Maurizio più giovane di 3 anni, passò dalla Marina Militare, che stava smobilitando alla Colombo dove i due fratelli furono accolti a braccia aperte, una casualità che sembra quasi un destino. Il loro procuratore fu Pino Lancia e successivamente Benito Viligiardi. Santo rivelò subito le sue doti dove non facevano difetto buona tecnica e discreta potenza. In appena due anni arrivò alla conquista del titolo battendo Pino Leto, la sua serie positiva fu interrotta da Romolo Casamonica, grande protagonista alle Olimpiadi di Los Angeles. Santo era pronto per qualsiasi avversario e qualsiasi chiamata. Le sue sfide strappavano applausi e lo spettacolo era sempre garantito. Da ricordare le sue battaglie contro Valentino Manca, il pugile pittore. Il suo valore fu riconosciuto pure in sede europea dove non ebbe fortuna affrontando lo spagnolo Javier Castillejio “a casa sua”. Una sconfitta che avrebbe potuto lasciare il segno, tanto più che lo spagnolo più tardi diventerà campione del mondo, titolo che perderà più tardi ad opera di Oscar De La Hoya. Dopo pochi mesi Santo accettò una sfida ritenuta da molti proibitiva affrontando sul ring di Tivoli l’imbattuto Davide Ciarlante, grande promessa del pugilato italiano. Ciarlante vinse per ferita al VII round, ma il suo volto rivelò i segni di un match durissimo, dove il pugile di Palestrina rischiò il ko. Chi dava per finito Santo si dovrà ricredere perché riconquisterà il titolo italiano battendo prima del limite l’abruzzese Piero Severini, che aveva la “dinamite” nel destro. Successivamente Colombo si trasferì a Tenerife. Aveva problemi a rientrare nei limiti di peso, e come medio si tolse la soddisfazione di conquistare ancora una volta il titolo superando Vincenzo Imparato. Il suo regno fu di breve durata, perché  a spodestarlo fu Valentino Manca, l’eterno rivale.

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