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Domani occhi puntati sulla fida tra Golovkin e Alvarez
Domani alla T-Mobile Arena di Las Vegas sarà sciolto uno dei maggiori dubbi della scena pugilistica: “Chi vincerà tra Gennady Golovkin e Saul Alvarez?”. Un’ attesa divenuta spasmodica grazie alla campagna di stampa, ai social e anche alle parole velenose dei due pugili, soprattutto del messicano. Tre le sigle messe in palio per il mondiale dei medi dal pugile kazako – WBA, WBC e IBO. Il pronostico pende leggermente dalla parte di GGG e per certi versi lo capisci dalle dichiarazioni di altri pugili che vedono favorito Alvarez per incontrarlo, mentre decresce il numero di chi vuol sfidare Golovkin. E’ passato un anno dalla loro sfida precedente con un pari che ha lasciato le cose come stavano, con non pochi dubbi sul doping di cui è stato protagonista il messicano, a detta di molti più un superwelter che un medio. Ma se Canelo ha avuto il tempo per studiare la tattica giusta, quest’ anno può anche pesare di più sulle spalle di Golovkin, 36 anni, che intanto si è tenuto in esercizio spazzando in due rounds un evanescente Vanes Martirosyan. L’asiatico è ai vertici dal 2010 quando in pratica chiuse la carriera del colombiano Nilson Tapia. Da quel momento ha disputato ben 20 matches valevoli per il mondiale e solo Daniel Jacobs e Saul Alvarez hanno sentito il suono dell’ultimo gong. Molto attivo anche il messicano in sfide mondiali ben 15 a partire dal 2011 con un pari (Golovkin) e una sconfitta (Mayweather jr.). Nel match precedente avvenuto un anno fa sullo stesso ring, anche se il verdetto fu di parità fece scalpore il punteggio della giudice Adelaide Byrd che vide vincitore il messicano con 118-110, punteggio da “Guerre stellari”. Un pari che la maggior parte degli esperti dichiarò non giusto nei riguardi del kazako. S’imponeva quindi una rivincita, vista come match chiarificatore, che s’impennò in una corsa ad ostacoli sia dal punto di vista economico e con l’intermezzo doping. Adesso ci sarà da vedere chi avrà tratto maggiori indicazioni da quel match e soprattutto come qualcuno maliziosamente vuole sapere quanto può incidere un anno in più su un fisico d’acciaio come quello del kazako. Il calo di Golovkin nel finale con Alvarez e Jacobs potrebbe essere un campanello d’allarme, ma il dubbio potrebbe riguardare anche il messicano in cui la ruggine e soprattutto un fisico non da medio rischiano di diventare degli ostacoli insormontabili.