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Il tarantino Francesco Magrì campione agli Assoluti di Gorizia
Il tarantino Francesco Magrì mette la sua firma sull’albo tricolore dove c’è il marchio di campioni della boxe come Nino Benvenuti, Maurizio Stecca, Roberto Cammarelle, Patrizio Oliva e Alfonso Pinto. Proprio nel 47° anniversario della società Quero-Chiloiro che lo ha lanciato sul ring, accudendolo come un figlio, il ventenne Magrì conquista il suo primo titolo italiano “Assoluti” della categoria “Elite”. Nei 69 kg, il welter si tinge dei colori verde-bianco-rosso ai campionati svoltisi al PalaBrumatti di Gorizia.
UN GIORNO STORICO Domenica 10 dicembre 2017: è un giorno storico per il talento “Made in Puglia”, che si aggiudica nettamente il verdetto dei giudici (5-0) nel confronto con il laziale campione uscente Mirko Natalizi. Quella che gli vale il suo primo scudetto dei Dilettanti è la vittoria numero 69 su 91 match sinora disputati in carriera. Questo 75.8% vincente è un distintivo della fame agonistica dell’atleta che guidato all’angolo dal maestro benemerito Vincenzo Quero, ha fatto breccia nella corazza di Natalizi con affondi fascinosi e ficcanti, spesso frutto di ripartente scoccate da una difesa tattica ed assennata.
Nella tre riprese contro Natalizi Magrì ha mostrato quel talento “che il precedente commissario tecnico della Nazionale Elite – commenta il manager e tecnico della Quero-Chiloiro Cataldo Quero – Emanuele Renzini non ha sfruttato, prendendolo poco in considerazione. Ora ci auguriamo che il nuovo corso tecnico azzurro tenga conto anche di un seme tecnico come il nostro atleta per far sbocciare un nuovo frutto assieme ad altri per il movimento pugilistico italiano”.
IL SOGNO E’ L’OLIMPIADE Lo scudetto Elite, dopo il Guanto d’Oro 2017 e lo scudetto Youth 2014 è una nuova tappa sulla strada che può fruttare in fondo ai sacrifici il sogno dell’Olimpiade del 2020 per Francesco Magrì? “Il ragazzo ha sicuramente forza e stile per farsi strada sul ring – commenta l’esperto maestro Vincenzo Quero – ma il pugilato è una disciplina difficile, condizionata da fattori psicofisici, da vibrazioni sentimentali, dal fiume della concorrenza. Magrì deve continuare a lavorare in palestra, restando tra le mura della nostra famiglia Quero, che da quando piccolo vi ha messo piede, lo ha educato come un figlio. Questione di cuore e di testa, chissà, per lui l’Olimpiade potrebbe diventare realtà. Senza farsi illusioni, ma restando fermi a combattere sul ring in modo impegnato”.
CAMPIONATI A SENSO UNICO Francesco Magrì ha condotto con strapotere i 95mi campionati italiani, come illustrano i quattro 5-0 dei verdetti ottenuti rispettivamente nei match degli ottavi contro il trentino Salvatore Malatino, nei quarti contro il siciliano Gaetano Di Marco, nella semifinale contro l’abruzzese Amedeo Sauli e nella finale contro il laziale Mirko Natalizi. “Dall’inno nazionale con tutti i finalisti sul ring al verdetto che mi ha donato lo scudetto ho provato un’emozione bellissima. Sono felice per questo successo che dedico alla palestra Quero-Chiloiro che è la mia seconda famiglia, una casa dove si impara cosa è la vita”. Magrì esulta, non sta nella pelle. Come non biasimarlo visto il tricolore marchiato sul suo petto di boxeur rampante? Ad applaudirlo a bordo ring anche il presidente della Federboxe di Puglia-Basilicata Nicola Causi. Tarantino come lui, amante della nobile arte come lui. “Magrì è uno dei bellissimi talenti italiani che fanno bene a questo sport che ha come primo valore la famiglia” commenta il dirigente.
Addetto stampa Quero-Chiloiro
Alessandro Salvatore