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La boxe italiana in lutto per la scomparsa di Lorenzo Casentini
La notizia l’ho appresa su facebook verso le 14,30 e dopo un primo momento di incredulità non sono riuscito a trattenere una lacrima. La lacrima può essere di dolore, gli anni che ci conosciamo e che ci siamo visti nell’esercizio delle nostre “funzioni” e chi se li ricorda quanti sono, mi sembra siano sempre esistiti. Ma la lacrima può anche nascondere un debito, un simpatico debito, divenuto con la sua scomparsa una sorta di colpa, imprevista quanto volete, ma imprevista forse nell’illusione che possiamo fermare il tempo. Un anno fa circa per un buon periodo oltre alle riunioni c’incontravamo al Comitato Laziale il martedì, una sorta di appuntamento oltre che di lavoro, anche condito da qualche battuta lui romanista, tifoso buonista, ma pur sempre tifoso e io laziale, idem come lui. Averlo quasi sempre a portata di mano qualche tempo fa mi fece balenare un’idea, o meglio lo spunto per un articolo su di lui, Lorenzo Casentini, preceduto da un occhiello che avrebbe dovuto suonare così “Vita da Commissario di Riunione”. Noi nel nostro ambiente sottovalutiamo un po’ questi signori e non pensiamo mai che loro hanno il potere decisionale sulla riuscita o meno della riunione. Gli avevo accennato la mia intenzione e lui ne fu felice. Quando c’incontravamo mi chiedeva sempre quando avrei fatto questa intervista, poi una cosa tira l’altra rimandavamo, anzi ero io che rimandavo. Negli ultimi tempi era subentrata una battuta, perchè lui era una persona gentile e come tutte le persone gentili anche di spirito. Cominciava a dirmi “non è che aspetti?”…I puntini stanno al posto di quello che si potrebbe sospettare. Solo che per me lui era al di sopra, quasi eterno. E ogni volta che ci incontravamo mi diceva: “Guarda io sono qua, sono pronto”.
Lorenzo era di Montefiascone ed era nato il primo giorno di giugno del 1932, rimane difficile fare il conto dei suoi anni, perchè lui era sempre disponibile per ogni trasferta nel Lazio, anche le più accidentate. Quando arrivava gli arbitri/giudici facevano capannello attorno a lui come a un padre, a un maestro sempre pronto e disponibile per una parola gentile e per risolvere le non poche difficoltà che ogni riunione comporta. Era come se una tromba d’aria gli passasse vicino senza toccarlo.
Era affiliato dal 1966, una vita dentro la boxe. Figura snella e agile sul ring sembrava a suo agio. Interveniva con tempismo lo stretto necessario, non cercava il protagonismo, ma senza volerlo era un grande protagonista ugualmente perchè i suoi match filavano la maggior parte delle volte lisci, senza intoppi. Una carriera intensa come arbitro difficile da quantificare in match diretti o giudicati. Numeri a quattro cifre…se tutto va bene. Nel dilettantismo ha partecipato a 8 Tornei e Campionati Italiani, per sbancare nei professionisti con 31 campionati italiani, 20 europei e 2 mondiali IBF. Poi con l’età il pensionamento, si fa per dire, come Commissario di Riunione. Non mi vorrei sbagliare, ma la sua “seconda vita” dovrebbe essere iniziata a partire dal 1993. Vorrei continuare a scrivere…su di lui, ma sono sicuro che mi darebbe una tiratina di orecchie per dirmi di “non esagerare”. Ma io una licenza la prendo di prepotenza, voglio chiudere e cambiare l’occhiello da “Vita da Commissario di Riunione” in “Morte di un Commissario di Riunione”, facendo il verso di un film degli anni ’40 “Morte di un commesso viaggiatore”.
(Alfredo Bruno)