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Per Giammarco Cardillo …il massimo dei titoli
Una laurea con lode quella conquistata da Gianmarco Cardillo venerdì sera 29 dicembre sul ring del palazzetto dello sport di via Pereto ad Avezzano contro un ostico e determinato Ivan Di Berardino. Il pugile cassinese ha vinto il titolo vacante della più prestigiosa cintura di pugilato, quella dei pesi massimi stroncando l’abruzzese Di Berardino dopo dieci infuocati round e con una cornice di tifo equamente divisa di oltre millecinquecento spettatori che hanno ridato al pugilato, quello etichettato di periferia, una dimensione accettabile, concreta e credibile come non lo era da molto tempo. E tutto questo anche per gli oltre cinquecento tifosi al seguito di Cardillo nel catino infuocato del Palasport che hanno accolto con grande gioia e cori di giubilo interminabili la lettura del verdetto unanimemente a favore del loro beniamino ed hanno continuato nelle ore successive la festa lungo le strade della Città Martire con lunghi cortei e manifestazioni di gioia incontenibili.
Il sindaco di Cassino Ing. Carlo Maria D’Alessandro nell’occasione ha dichiarato: ”Voglio rivolgere i miei più sentiti complimenti al nuovo campione italiano dei pesi massimi Gianmarco Cardillo. Una vittoria voluta, cercata frutto di tanti sacrifici e dedizione. Grazie per aver portato così in alto il nome della nostra città , Campione”.
E’ stata sicuramente una vera e propria festa dello sport e di tutta la ciociaria sportiva che ha chiuso l’anno solare con i botti dopo l’esaltante conquista del titolo italiano dei pesi superpiuma di Alessandro”The King” Micheli del 28 febbraio al Palasport di Frosinone.
Gianmarco Cardillo, che combatteva fuori le mura amiche, ha fatto onore al proprio ruolo, promuovendo scambi serrati che a tratti si sono fatti abbastanza incisivi, variando i propri schemi con repentini spostamenti sul tronco e diretti d’interdizione scagliati senza soste. Di Berardino d‘altra parte si è dimostrato pugile scorbutico molto generoso e proteso a tagliare continuamente la strada all’avversario che però cercava di portarlo verso le corde facendo leva su una notevole mobilità di gambe.
Proprio la mobilità nelle gambe si è rivelata un’arma vincente di Cardillo che, pur accettando gli scambi serrati quando era costretto dalla pressione dell’avversario, non ha mai tentennato più del necessario sulla corta distanza e ha guadagnato, talvolta ricorrendo anche al clinch, la misura utile per fiondare il suo preciso diretto, spesso seguito da montanti, stampatosi con regolarità sul volto di Di Berardino che alla fine del match ne presentava gli evidenti effetti compreso una vasta ferita sul sopracciglio sinistro che ha costretto l’arbitro a richiedere, nel corso della nona ripresa, l’intervento del medico di servizio che ha comunque dato il suo assenso al prosieguo dell’incontro fino al termine dell’ultimo gong.
Ad onore del coriaceo Di Beradino va detto che egli ha sempre creduto nelle sue potenzialità ed ha cercato di replicare ad ogni attacco avversario ma ha dovuto fare i conti con un bersaglio assai difficile da inquadrare e si è dovuto limitare nel mettere a segno dei colpi insidiosi che raramente è riuscito a doppiare; le sue azioni arrembanti ma spesso scomposte, nel corso della quinta ripresa, ne hanno determinato un richiamo ufficiale che alla fine del conteggio finale non ha spostato di molto il verdetto unanime dei tre giudici tutti a favore di Cardillo per 92-98, 91-98, 91-99.
La foga agonistica dell’abbruzzese non ha mai travolto il tranquillo Cardillo che si è dimostrato molto abile a contenere l’irruenza del suo bellicoso opponente sino alla fine dell’incontro tranne nel corso della settimo round dove ha subito un preciso e potente uppercut assorbito con una certa difficoltà.
E’ stato un confronto intenso intriso di grande generosità. Chi ha avuto la fortuna, e sono stati in tantissimi, di assistere alla sfida, ha subito compreso come nella straordinaria determinazione dei due contendenti emergesse comunque l’elemento del reciproco rispetto e della stima.
Sicuramente un incontro tra campioni veri, consapevoli della posta in palio e dell’importanza della vittoria ma soprattutto consapevoli che nel pugilato, arte nobile proprio per questa peculiarità, l’uomo, l’atleta, il pugile trova nell’avversario un alter ego in cui vedersi e cioè un antagonista che è arrivato a quell’appuntamento tra tanti sacrifici e rinunce e che sul quadrato si gioca tutto con smisurato coraggio e immensa voglia di vincere, ma sempre nel rispetto delle regole, dell’avversario e perfettamente conscio dei pericoli.
Tutto questo è puntualmente accaduto sul ring di Avezzano. Un incontro disputato a viso aperto il cui andamento è stato caratterizzato da azioni continue ed asfissianti per tutti i dieci round senza un attimo di respiro.
Un match che, come sovente succede nel pugilato, ha dato vita ad una nuova storia di boxe, quale metafora di vita, il cui destino si materializza sempre tra alterne fortune e repentine sconfitte.
Poi l’epilogo, il momento più palpitante e nello stesso tempo drammatico prima del verdetto ufficiale con i due pugili in completa apnea , i battiti cardiaci incontrollabili, una sequenza di piccoli gesti istintivi e mille pensieri racchiusi in un attimo indescrivibile di grande palpitazione che hanno reso nel tempo straordinariamente umano questo sport dove la cosa più significativa, da autentici uomini e campioni si concretizza nel momento subito dopo la proclamazione del vincitore come in questa occasione quando Cardillo con la sua naturale semplicità ha ringraziato ed abbracciato sportivamente Di Berardino sul cui volto era impressa la cocente delusione per la sua sconfitta appena ufficializzata e che nonostante la delusione si è complimentato con lui e ha chiesto al suo pubblico un caloroso e lungo applauso.
Questo è il pugilato. Unico e spettacolare dove i due contendenti si abbracciano al centro del ring dopo una cruenta ed aspra contesa scevra di odio e piena di leale confronto nel reciproco rispetto.
Cardillo, che vive nella frazione di Sant’Angelo in Theodice alle porte di Cassino e si reca giornalmente a Roma per i suoi impegni lavorativi che gli permettono di vivere e sostenere la sua giovane famiglia, ha sicuramente raggiunto un primo prestigioso traguardo sportivo che gli potrebbe aprire più ampi ed ambiziosi orizzonti se ben gestito e condotto nel difficile mondo del pugilato professionistico che conta anche oltre i confini nazionali.
Tanti gli striscioni bene in evidenza sulle tribune del Palasport a testimoniare il calorosissimo incitamento dei concittadini festanti compreso parenti, la moglie Manuela con la figlioletta Vittoria, la mamma Rita, il papà Pasquale, la sorella Valentina, cugini,zii, zie,e tanti amici che hanno preparato la scenografia e che non hanno smesso nemmeno per un istante ad incitarlo per tutta la durata del il match e poi a invadere pacificamente il ring; tutti stretti intorno a Gianmarco un uomo che ha voluto fortemente inseguire il suo sogno e l’ha fatto diventare reale, vincendo ogni ostacolo, superando tante difficoltà e dimenticando l’entusiasmo profuso per i sacrifici e la fatica per riuscire ad essere un vero campione di sport e di vita.
Accanto, a sostenerlo, ha sempre avuto il tenace maestro Giuseppe Tucciarone della palestra “G.S. Training Cassino” e il promoter William Tanzi, a cui il campione e la famiglia rendono il giusto tributo per averlo sempre sostenuto a superare le difficoltà psicofisiche e le problematiche organizzative nonché a gioire con estrema modestia delle vittorie.
Questo prestigiosissimo traguardo raggiunto da Gianmarco Cardillo sarà sicuramente un esempio per tutti coloro che volessero intraprendere l’attività pugilistica, insegnerà loro il valore della costanza, della tenacia, delle proprie convinzioni e dell’amore; insegnerà insomma, a non arrendersi mai, a credere nei propri mezzi, ai propri sogni e soprattutto sarà di aiuto a tutti coloro che abbiano bisogno di uno stimolo per andare avanti o per trovare la propria strada.
Da riportare in cronaca anche il sottoclou della serata pugilistica con la quarta vittoria da professionista del pluridecorato peso leggero Domenico Valentino, ex olimpionico di Atene 2004, Pechino 2008 e Londra 2012 con oltre 150 incontri tra i dilettanti e la conquista di prestigiose medaglie d’oro negli Europei di Pècs, Madrid e Cagliari, nei Giochi del Mediterraneo e il titolo di campione del mondo dei pesi leggeri ai mondiali di Milano del 12 settembre 2009, che ha battuto ai punti, dopo le otto programmate riprese, un coriaceo Davide Calì che nulla ha potuto contro la tecnica del campano che ha superato con disinvoltura anche quest’altro valido banco di prova a confermare le sue giuste ambizioni di poter concretamente ricalcare gli importanti traguardi ottenuti da dilettante.
02.01.2018
Luigi Capogna