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Intervista a Luca Spadaccini Pugile Pro di Roccamontepiano
di Marco Ciampoli
Luca Spadaccini di 29 anni è un pugile Pro abruzzese di Roccamontepiano (Ch), appartenente alla categoria di peso dei mediomassimi, ha debuttato nell’aprile del 2018 come professionista. Ieri, venerdì 29 marzo 2019, ha combattuto il suo quarto incontro professionistico al PalaSantoro di Roma contro Giovanni Carpentieri, match interrotto al terzo round per ferita al sopracciglio di Carpentieri, e quindi finito con il verdetto di pareggio tecnico (N.T.), nel sottoclou del titolo UE Leggeri tra Pasquale Puma Di Silvio e Gianlcua Ceglia.
Spadaccini ha un ranking di 4 incontri: 2 vittorie di cui una prima del limite, e due pareggi. Inizia la sua carriera dilettantistica nel 2011 totalizzando 53 incontri, seppure non ha approcciato al pugilato giovanissimo iniziando all’età di 21 appunto, e l’ingresso nei Pro è stato solo la scorsa stagione, Luca Spadaccini ha uno stile maturo e doti pugilistiche evidenti e concrete, che lasciano ben sperare per il suo futuro.
Lo abbiamo sentito al telefono per qualche breve domanda post-match:
Che ne pensi della tua prestazione di ieri contro Carpentieri?
Sono molto soddisfatto di ciò che stavo dando fino all’interruzione, ma allo stesso tempo sono un
pò deluso in quanto alla seconda ripresa avevo trovato la mia boxe, alla terza ripresa avevo il
match sotto controllo e stavo iniziando a dare di più, ma hanno fermato l’incontro per infortunio
dell’avversario. Trovo sia stato un peccato, mi sarebbe piaciuto continuare fino alla 6° ripresa e
avere un verdetto dai giudici, oppure vincere prima del match per merito.
Per quale motivo hai iniziato a fare boxe all’età di 21?
Ero leggermente sovrappeso e l’ho fatto principalmente per stare meglio e rimettermi in forma, poi
la passione ha preso il sopravvento e ho continuato, gli anni sono volati ed ora non potrei pensare
alla mia vita senza questo sport.
Perché per quasi un anno non hai combattuto?
Non riuscivo a trovare avversari, con Carpentieri si è prospettata la possibilità di combattere per
altre due volte prima di poterlo affrontare davvero. Quindi non è stata una mia scelta, e mi auguro
per il futuro di avere maggiori occasioni per farmi vedere e poter salire di punteggio nel ranking.
Qual’è stato il motivo per il quale a 28 anni hai deciso di entrare nel mondo del
professionismo?
Perché dopo varie esperienze negative nei campionati nazionali, dove non sono riuscito a
conquistare medaglie per verdetti che non mi hanno mai convinto molto. A quel punto con i miei
allenatori ci siamo detti che forse il mio pugilato era più efficace nel professionismo, in quanto
parto lento e do il meglio alla lunga distanza. In effetti stiamo riscontrando proprio questa cosa e i
risultati al momento ci danno ragione.
E infine, che obiettivo ti sei proposto per il futuro della tua carriera come pugile?
Al momento sono concentrato sul titolo italiano dei pesi mediomassimi, il mio scoglio principale è
combattere appunto, come dicevo prima per fare punti e salire in graduatoria fino alla prima serie.
Da lì vorrei avere quanto meno la possibilità di poter affrontare il campione italiano, non dico che
potrei batterlo al cento per cento, ma di certo darò il massimo e mi giocherò tutte le mie carte
dando vita ad un match degno di un titolo. Mi auguro che questo accada al più presto,
personalmente mi sento pronto fisicamente e mentalmente già da subito, poi penserò al
proseguo.