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Con Giovanni De Carolis e Michael Magnesi Roma torna capitale della boxe
La Location avrebbe dovuto essere l’Anfiteatro di Ostia Antica, ma tutto sommato il Parco della Pace di via di Monte Stallonara ha risolto bene il problema della BBT, anche perché la presenza del pubblico è stata massiccia. La serata vedeva due grandi protagonisti della boxe romana. Michael Magnesi (+ 15, 7 per ko), nativo di Palestrina, si è dismesso l’abito della speranza per indossare quello della certezza. Ecco pronta per lui la Cintura Internazionale Silver WBC dei superpiuma, ennesimo titolo vacante, ma importante per una carriera finora senza intoppi visto che l’allievo di Mario Massai e Gianluca Branco viaggia spedito verso mete sempre più in alto. Avversario era il messicano Emanuel Lopez (+ 30, 14 per ko, – 11, = 1), che nel 2015 fu anche campione a Interim per la WBA, parliamo di un soggetto poco “raccomandabile” abituato alla battaglia senza quartiere. Un match irto di difficoltà che Magnesi affronta a suo modo “aggredendo” l’avversario fin dall’inizio, Il messicano risponde per le rime ma resta l’impressione in chi vede il match che non si arriverà alla fine delle 12 riprese. Lopez più alto spara colpi dritti, che non sono carezze, ma frenare una simile furia non è impresa facile. Gli scambi si susseguono senza soste, ma la correttezza dei due pugili sembra quasi surreale come la presenza di Massimo Barrovecchio che non interviene quasi mai. La superiorità di Magnesi è evidente, ma Lopez incassa e replica. I punteggio dei primi 4 round parlano chiaro tutti allo stesso modo a favore del nostro. Il ritmo cala di poco, perché Magnesi non concede spazio e i suoi ganci in quantità industriale sembrano non scalfire la resistenza del suo avversario, ma è un’ impressione che non può corrispondere alla realtà. Il punteggio dopo le otto riprese quasi raddoppia a favore del pugile di casa. Dal naso di Magnesi esce sangue, ma è sotto controllo. E’ proprio dalla nona ripresa che il messicano dà finalmente qualche cenno di cedimento di fronte ad una simile furia demolitrice. Stavolta il gancio destro di Magnesi viene segnalato dall’avversario con un leggero piegamento delle ginocchia. Nel decimo round Magnesi accelera il ritmo sul messicano che non vede più i colpi che piovono da tutte le parti. Lopez sbarella e si inginocchia, Barrovecchio lo conta fino a un ko che è in pratica un abbandono.
Era la volta , quindi, di Giovanni De Carolis (+ 28, 13 per ko, – 9, = 1), l’ultimo nostro vero campione del mondo, a salire sul ring dell’Anfiteatro, mette in palio l’Internazionale WBC dei supermedi, contro un avversario di lusso, anche se ha 39 anni, Khoren Gevor (+ 34, 17 per ko, – 10) ma si tratta pur sempre di un ex campione d’Europa, che ha anche combattuto varie volte per il titolo mondiale. Nel suo record recente c’è pure una vittoria su quel Viktor Polyakov, vincitore di De Carolis. Le premesse dell’incertezza ci sono tutte. De Carolis è più alto e pesa circa un kilo di più. La tattica dell’Armeno è semplice accorciare la distanza e far valere la sua abilità e “malizia”. De Carolis accetta lo scambio dalla corta e piazza di tanto in tanto quel gancio destro, sua specialità. Il match è equilibrato e dopo le prime 4 riprese lo confermano i punteggi dei giudici. Alla sesta ripresa esce sangue da una ferita sulla fronte del pugile romano, probabilmente una testata. De Carolis comunque con il passare delle riprese appariva più sicuro, il suo destro era isolato ma quando arrivava a segno era ben caricato. Chi per certi versi doveva faticare di più era Gevor per imporre la sua boxe. Nell’VIII round bello scambio dove l’armeno mette in luce doti di incassatore non indifferenti. Il tempo non gioca a favore dell’ospite che comincia a dare segni di cedimento come dimostra ampiamente nel X round. Gevor ormai pensa più ad ostacolare che a colpire. Alla fine non ci sono dubbi sulla vittoria di un De Carolis, apparso più rinfrancato e gasato, come aveva già fatto vedere contro Lepei. La seconda rinascita di Giovanni continua, stavolta con un avversario di lusso.