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Simone Federici un volto nuovo nella scena internazionale
Per Simone Federici è grande festa nel bar di Corcolle dei Federici. Stavolta il suo ritorno dall’America è stato fruttuoso con tanto di Cintura Continentale Americana, una delle più importanti del panorama internazionale. Cintura conquistata sconfiggendo Stivens Bujaj, un albanese residente a New York, abbastanza conosciuto avendo affrontato gente di caratura mondiale come Mateusz Masternak. Ancora una volta il giovane ha combattuto al Paramount Theater di Huntington. Come si ricorderà nel precedente match avvenuto il 22 febbraio aveva affrontato Joel Tambwe Djeko, pugile gigantesco e scorretto. Il verdetto sfavorevole al nostro atleta fu lungamente fischiato. Indubbiamente Simone ha fatto tesoro di quell’esperienza e si è presentato sullo stesso Teatro non frastornato, ma deciso a vendere cara la pelle. Una trasformazione evidente e a farne le spese è stato Bujaj, sballottato in molte occasioni agli angoli. Federici ha condotto le 10 riprese a buon ritmo, indubbiamente la sua condotta di gara è stata riveduta dallo zio Franco, ex pugile pro e suo manager. Armando Bellotti e Luigi Camputaro i due trait d’union con Joe De Guardia, organizzatore molto noto negli Stati Uniti con il marchio Star Boxing, hanno sempre creduto e a ragione su di lui. Simone non ha commesso errori stavolta, mentre nell’occasione precedente si era lasciato innervosire dal suo avversario. Federici partiva bene in attacco con il sinistro per poi piazzare da vicino il destro che non è certo una carezza. Una tattica semplice unita ad una discreta agilità nel tirarsi subito fuori dalla reazione dell’avversario. Il cammino del “Tyson” di Corcolle sembra segnato, anzi ben avviato: logicamente si sta studiando un terzo match in America, che potrebbe essere una difesa oppure un Internazionale WBC in modo da farlo entrare nelle classifiche che contano, ma ci sono anche risvolti nell’Unione Europea per i cruiser. L’unica sconfitta subita ad opera di Ciriani nel 2015 è ormai un ricordo, la sua boxe ragionata accompagnata da una potenza fisica fuori del comune sembra per certi versi l’uovo di Colombo. E’ arrivato quindi un titolo italiano dove ha battuto gente come Cataldo, Scafi e Lovaglio, ma soprattutto fornendo prove convincenti, che gli hanno aperto la strada per l’America. Il Federici nato come grande speranza tra i giovani con il suo successo su Turchi in una finale ai Campionati Youth, viene riproposto con i suoi successi ad avversario number one del pugile toscano, rinnovando la classica dualità che tanto bene fa alla boxe.