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Un poker di promesse tra i pro…Armando Casamonica
di Giuliano Orlando
Foto di Fabio Bozzani
ARMANDO CASAMONICA nato a Roma il 19 dicembre 2000, ha debuttato al professionismo nei leggeri con la OPI 82, della famiglia Cherchi, il 19 dicembre 2020 a Rozzano (Mi), battendo sui 4 round, Milovan Dragojevic (0-22-3), 25 anni, cliente abituale dei ring italiani e francesi. Delle 22 sconfitte, il serbo ha perduto solo una volta prima del limite. Lo ha messo KO il modesto romano Luca Angeletti (4-2) il 19 gennaio 2018. Casamonica ha svolto intensa attività in maglietta, vincendo tutti i campionati nazionali di categoria. Titolare azzurro nei 56 kg., vince il bronzo agli europei schoolboy nel 2014 a Keszthely in Ungheria, battendo all’esordio il finlandese Laine (3-0), sconfitto (2-1) in semifinale dall’ucraino Trutnev che coglie l’oro. Agli europei jr. del 2016, sempre in Ungheria a Kaposvar, viene eliminato da Maksin Molodan (Ukr) e l’anno dopo, salito nei 64 kg. tra gli youth, subisce la maggiore statura e velocità dell’armeno Benik Nikoghosya, che lo batte 4-1. A 19 anni, debutta agli assoluti elite disputati a Roma e conquista il titolo nei 64 kg., battendo in progressione l’abruzzese Daddario, il piemontese Rafik e in finale il sardo Ara, tutti per 5-0. E’ il campione più giovane dell’edizione 2019. Gli viene assegnata la Coppa quale miglior. pugile della rassegna.
1) Quando sei entrato in palestra e con quale motivazione?
“Avevo 11 anni e non c’era un motivo particolare, semplicemente volevo provare nuove emozioni e il pugilato mi sembrava lo sport ideale a questo scopo. Accompagnato da un mio zio, mi presentai alla palestra Quadraro Boxe Roma, non lontano dalla mia abitazione, dove mi accolse molto amichevolmente il maestro Silvano Setaro, a cui sono sempre rimasto legato. Mi stuzzicava il confronto diretto, provare ad essere più bravo del tuo avversario, era un’opportunità che sentivo nelle mie corde, anche se con gli amici evitavo di attaccare briga. Ero e sono un tipo abbastanza riservato. Tra l’altro per la mia giovane età, nei primi due anni, mi sono solo allenato senza poter combattere. Debuttai a 13 anni ed ero sicuro di vincere. Infatti venni battuto. La cosa fece arrabbiare e non poco il mio allenatore, addirittura furioso. Conoscendo le mie capacità non si sarebbe immaginato che avrei disputato un incontro totalmente sbagliato sotto tutti gli aspetti. L’esperienza negativa, risultò molto importante perché mi fece capire che dovevo sempre dare il massimo, senza distrarmi”.
2) Che scuole hai frequentato e quando hai smesso. Intendi prendere qualche diploma?
“A livello scolastico mi sono fermato alla prima media. Confesso che non ero un patito. Sono nato con la voglia più di operare che di studiare”
3) In famiglia chi ti segue e quale importanza ha per la tua carriera agonistica. La boxe oggi cosa significa per te?
“In famiglia mi seguono un pò tutti. In particolare mio padre Luciano, il primo tifoso, presente in qualsiasi momento, pronto a soddisfare ogni mia necessità. Ma non solo papà, i miei fratelli Antonio e Andrea e la sorella Adelaide, completano la squadra di famiglia, alla quale si aggiunge Giorgia, la fidanzata alla quale confido tutte le mie sensazioni e lei mi capisce, in particolare quando mi preparo ai combattimenti. Unico rammarico che tutti praticano lo sport del divano, al quale sono affezionatissimi. Pazienza, allo sport ci penso io. Quanto è importante praticare sport per formare il carattere? Moltissimo, direi indispensabile per maturare nel modo giusto. Il pugilato mi ha fatto diventare uomo, e non solo perché a 14 anni mi facevo già la barba”.
4) Che rapporto hai col tuo maestro. Come lo consideri?
“Il rapporto con il mio maestro è a dir poco stupefacente. Lo considero un fratello maggiore oltre che un maestro, capace di farci sentire una vera squadra, da parte di tutti i ragazzi della palestra, un team di amici e in particolare noi agonisti”.
5) L’esperienza da dilettante, quanto ti è stata utile?
“L’esperienza da dilettante, è un momento formativo molto importante, in particolare se hai la fortuna di entrare nelle squadre azzurre, dove hai l’opportunità di viaggiare, scoprire nazioni nuove, atleti di grande valore e farti un bagaglio tecnico e tattico che diversamente non potresti avere. Partecipando ai campionati mondiali, europei, ai tornei internazionali e anche ai campionati italiani hai l’opportunità di crescere molto”.
6) Vuoi conoscere prima le caratteristiche del tuo avversario o preferisci che sia il tuo maestro a consigliarti la tattica?
“A dire la verità, lo studiamo insieme sia prima che sul ring. Sul ring, inizialmente valutiamo le caratteristiche dell’avversario e cerchiamo la tattica giusta per vincere”.
7) Segui con interesse altri sport? Vedi la boxe in televisione e quali sono i campioni che più segui? I tuoi campioni preferiti in assoluto?
“Su tutto il pugilato, che seguo con molta partecipazione, sia sulla rete nazionale che su youtube, dove puoi seguire tutti gli incontri che si svolgono nel mondo. Osservo i match più importanti con molta attenzione, cercando di memorizzare certe combinazioni che possono servirmi nei miei incontri. Tra i campioni in attività, ammiro moltissimo l’ucraino Vasil Lomachenko, il cubano Rigondeaux e il messicano Canelo Alvarez, tre fenomeni. Seguo con interesse il campionato della NBA, dove gioca il meglio del basket americano e non solo”.
8) Quali sono i film che più ti piacciono? Cosa leggi: libri o giornali o altro?
“Il genere i film che preferisco sono quelli comici, tipo quelli con Bud Spencer e Terence Hill, le pellicole d’azione e fantascienza. Mi divertono anche le avventure del Far West. Non leggo molto, mi limito a seguire gli eventi sportivi più importanti, il calcio mi appassiona relativamente”.
9) Cosa sogni per la tua carriera pugilistica. Sei superstizioso, hai qualche amuleto, fai qualche gesto prima di ogni incontro?
“Visto che ho scelto il professionismo, la mia carriera sportiva, significa moltissimo, agonisticamente è un presente che sto curando molto per aprirmi la strada ad un futuro importante. Voglio arrivare in alto. Non sono superstizioso, quindi nessun amuleto. Come unico gesto, dico una preghiera prima di arrivare sul quadrato. Al gong d’avvio mi faccio il segno della croce, chiedendo al Signore di assistermi durante l’incontro. Inoltre, quando salgo sul ring quale vero porta fortuna, col maestro ci abbracciamo, un gesto che vale più di mille parole”.
10) Fai boxe a tempo pieno? oltre alle sedute in palestra, svolgi corsa e curi l’aspetto alimentare?
“Visti gli impegni in nazionale da anni faccio solo il pugile. Da professionista ho dovuto organizzarmi sotto tutti gli aspetti, che da dilettante svolgevo sotto la guida dei tecnici federali. Ora gli allenamenti sono variati, dovendo prepararmi per disputare più riprese dalle tre in maglietta. Per questo divido la giornata in due fasi. Esclusivamente in palestra la parte tecnica, dove svolgo esercizi attinenti il perfezionamento dei colpi, dei movimenti, le schivare e tutto quanto serve quando combatti. Per la parte fisica, mi affido al preparatore atletico, molto bravo a portarmi al meglio quando è il momento del match”.
11) Come ti definisci tecnicamente?
“Ritengo di avere un buon repertorio, una base tecnica che mi permette di definirmi un pugile completo. Che debbo perfezionare giorno per giorno. Grazie a questo, ritengo di sapermi adeguare sia contro un tecnico che un picchiatore. Inoltre riesco a boxare in entrambi le guardie”.