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Non sempre ritornano: la passione di Flaviano Polinori
di Gabriele Fradeani
Foto di Max Petrus
Non sempre ritornano, ma se questo accade portano a bordo ring quella “passionaccia” che li ha visti attori fra le 16 corde. Ci riferiamo a quei pugili, campioni o meno poco importa, che poi restano o tornano per dare agli altri quello che hanno imparato e vissuto negli anni del loro agonismo. Non sono più i soggetti principali ma vivono di luce riflessa e questo a loro basta perché accanto ai tanti sacrifici che i Tecnici debbono sopportare hanno per contro l’esigenza e la volontà di fare parte di quello sport che hanno amato e che, in un certo senso, ha permeato la loro vita. Fra questi, qui nelle Marche, oggi troviamo all’angolo Flaviano Polinori. Per i più giovani qualche dato su quello che ha rappresentato il peso medio di Senigallia negli anni 80/90. Nasce a Portico di Romagna nel ’63, si innamora giovanissimo del pugilato e, dopo una discreta attività dilettantistica, passa fra i professionisti il 22 febbraio dell’85, sotto la guida di Silverio Gresta, ed esordisce battendo prima del limite tale Apollo Sewawa. Giunge alla disputa del titolo italiano dei pesi medi il 23 settembre dell’89 e, battendo Costantino Padovano a Scanno, si laurea campione. Difende successivamente il titolo per quattro volte consecutive sempre concedendo agli avversari il fattore campo; una delle caratteristiche di questo atleta è stata quella di accettare i combattimenti senza curarsi minimamente del luogo in cui si sarebbero svolti, tanto che su 21 matches ne disputerà solo tre in Senigallia e senza titoli in palio. Appende i guantoni al classico chiodo nel ’91 con un 17-4-0 ma il richiamo dello sport è troppo pressante per uno che è nato atleta e Flaviano Polinori da peso medio di pugilato si trasforma in maratoneta e gareggia sulle distanze dei 42 e 100 km, diventa campione italiano delle specialità e rappresenta la nazionale in Belgio ed in Russia. Non pago, passa nel 2008 alla Ironman, specialità che si svolge su 180 km in bicicletta, 3,8 km a nuoto e 42 di maratona, ed ora gareggia con la Ciclocross e la Triatlon. Da un paio d’anni è tornato anche al suo vecchio amore e con il suo amico Cristiano Solustri ha costituito la Pugilistica Senigallia in cui opera come Tecnico. “Un amore – ci ha detto – che non mi ha mai abbandonato e che è tornato prepotentemente quando Cristiano ha deciso anche lui di riportare la piazza di Senigallia sui livelli di un glorioso passato. Non so se ci riusciremo, per ora abbiamo ricostituito un nucleo di pugili e dopo 27 anni abbiamo proposto una riunione. Il periodo contrassegnato da questa pandemia non ci è stato favorevole ma contiamo, con la bella stagione in arrivo di organizzare qualche manifestazione di più ampio respiro”.
Che dire? Auguri alla ASD di Senigallia ma anche tanto rispetto e soprattutto ammirazione per un atleta che resta un talento della nostra regione, un esempio da imitare per tutte le giovani generazioni. Un uomo che ha fatto dello sport e soprattutto del pugilato la sua prima ragione di vita e che ha collezionato eccellenze in ogni disciplina in cui si è proposto.