Gazzetta.IT: INTERVISTA A IRMA TESTA

Il sorpasso delle donne: “La nostra forza? Saliamo insieme sul ring, se una va bene trascina poi le altre: adesso so cosa voglio”

Testa e cuore. Nomen omen: il destino di Irma è nel cognome. Prima ragazza italiana a salire sul ring olimpico nel 2016 a Rio, Irma a 23 anni si è ripresa i Giochi nel Preolimpico di Parigi e promette che Tokyo sarà un’altra storia. Anche perché non sarà più sola ma avrà tre compagne vicine: la campana (come lei) Angela Carini (69 kg), la romana Giordana Sorrentino (51 kg) e la milanese Rebecca Nicoli (60 kg). Irma combatte nei 57 kg, vanta anche un titolo europeo, è un personaggio da copertina per come si pone e per come parla. È soprattutto la bandiera del pugilato in rosa.

Irma, quanto si sente diversa da un’Olimpiade all’altra?
“La differenza è tanta: nel 2016 ero una bambina, ora sono una donna più matura e consapevole”.

Chissà cosa avrà raccontato della sua prima esperienza alle compagne?
“È importante soprattutto l’approccio: a Rio ho imparato ad apprezzare una simile esperienza che mi ha lasciato però l’amarezza dell’eliminazione ai quarti di finale. Ho commesso errori di immaturità, non ho trovato la chiave. È una cosa super importante in vista di Tokyo. Ora sono più serena. Non mi voglio porre troppi limiti”.

Cosa le è successo a Rio de Janeiro?
“Le Olimpiadi sono una cosa che puoi comprendere davvero soltanto quando ci vai, perché anche se hai passato tutta una vita ad immaginare l’effetto che fa, non puoi capirne davvero la portata”.

Nella prima Olimpiade si partecipa, nella seconda si vince?
“Voglio far bene, se arriverà la medaglia sarò felice: non mi voglio porre troppi limiti né troppe aspettative, sarebbe controproducente”.

Il torneo di Parigi vinto è un avviso alle avversarie?
“È stata una grande emozione qualificarmi ancora, mi ha reso felice e orgogliosa: non ci sono altri eventi che possano darti più gioia di un’Olimpiade”.

Sarà una coincidenza, ma voi donne avete compiuto una…
“Sì, è la rivoluzione della boxe italiana femminile: a Rio ero l’unica, a Tokyo saremo in quattro ed è qualcosa di pazzesco”.

A cosa si deve questo boom al femminile?
“Il movimento è cresciuto tantissimo, abbiamo trovato la formula vincente: è giusta la sinergia tra noi. Se una va bene, trascina poi le altre”.

Cosa hanno di meno e di più le pugilesse?
“La solidarietà di gruppo. Come dicevo, il risultato dell’una spinge il risultato dell’altra. Ci facciamo forza così: noi non saliamo da sole sul ring. Ed anche nel giorno dopo giorno: viviamo un ambiente sereno e se una di noi sta per mollare, non ce la fa, arriva il soccorso delle altre. È bellissimo tutto questo”.

Anche nelle palestre ci sono sempre più ragazze con i guantoni: adesso sarete uno spot per la boxe?
“Le donne italiane stanno facendo grandi cose, non solo noi quattro. Abbiamo fatto molti passi in avanti, se penso che la boxe alcuni fa era solo maschile. Ma sia chiaro: non ci sono sport maschili e sport femminili. C’è solo lo sport”.

La sua storia ha suscitato molto interesse: tra libri, film e realtà, con un concetto di fondo: “Ragazze ribellatevi”.
“Vero, essermi raccontata ha consentito a tante ragazze di avvicinarsi alla boxe. Spero che in futuro ci siano tante campionesse. Ma non sono stata solo io a cambiare le cose in Italia. Tutto questo mi rende solo felice. Penso di aver dato un aiuto al pugilato femminile a crederci, a liberarsi dai pregiudizi: tutto qui”.

E adesso?
“Stiamo cambiando la storia della boxe italiana”.

E lei quant’è cambiata dentro?
“La boxe mi ha fatto tirare fuori la parte migliore di me, anche per la vita”.

Come se l’immagina Tokyo?
“Stranissima! Gli atleti senza pubblico rischiavano di sentirsi soli. Ma forse ora apriranno, vedremo… Il fatto di arrivarci è comunque una grande vittoria. Poi al momento di combattere ognuno reagirà in modo diverso”.

Che cosa farà la differenza?
“Avere più voglia e dare tutto al momento giusto”.

Due volte ai Giochi e ha solo 23 anni… Vittorie, crisi di crescita e ritorno al top.
“Non l’avrei mai immaginato quando cominciai a frequentare la palestra. Sono orgogliosa di me stessa”.

Ha steso i pregiudizi?
“Sono contenta che i miei genitori, la mia famiglia che ha visto quella bambina in difficoltà ma capace di rialzarsi, ora vedono un’Irma quasi realizzata. Mi riempie davvero il cuore di gioia. Ora voglio vivere ogni emozione che un’Olimpiade offre”.

FONTE GAZZETTA.IT

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