Il Punto del Presidente FPI D’Ambrosi : La possibile osmosi che vale centomila euro.

La possibile osmosi che vale centomila euro.


Ogni lasciata è persa! L’Aiba ha fissato i premi per i podi del prossimo Campionato mondiale (100.000,00 euro per la medaglia d’oro, 50.000,00 per l’argento e 25.000,00 per il bronzo).
Forse l’intento è quello di avvicinarsi al concetto di “borsa” – come compenso alle prestazioni sportive del pugile – che appartiene al mondo Pro.
Sembra che le barriere che dividevano i due mondi – quello dilettantistico e professionistico – si vadano deformando e perdendo la loro rigidità. Almeno nelle intenzioni dell’Aiba che ormai ammette la partecipazione dei pugili professionisti alle massime competizioni internazionali tra cui i Giochi olimpici. 
Proprio nei recenti Giochi di Tokyo, due pugili appartenenti al circuito professionistico, sono saliti sul podio, dimostrando tra l’altro che l’eventuale osmosi non riduce la competitività. 
La Federazione ha accolto di buon grado le aperture dell’Aiba, anche alla luce dell’uscita della Fpi dalla legge 91/1981 – operata nel quadriennio 2013-2017 – che di fatto ha sancito l’equiparazione giuridica tra pugili aob e pro ancorché sul piano sportivo si cimentino in competizioni diverse soprattutto sul piano del differente impiego del metabolismo energetico.
Sulla base della nuovo approccio dell’Aiba e con l’intento di operare una profonda riforma delle Squadre Azzurre, il sottoscritto ha lanciato, di recente, un appello ai pugili Pro, aprendo loro le porte della Nazionale elite – qualora siano riconosciuti tecnicamente validi dal Direttore tecnico Renzini – in special modo nelle categorie di peso che sono sfornite di pugili Aob di livello.
Ciò senza che i pugili rinuncino, ovviamente, alla carriera da Pro che potrà continuare senza soluzione di continuità, godendo magari delle possibili vittorie nel circuito aob; proprio com’è successo per i due pugili professionisti che hanno conquistato il podio olimpico a Tokyo.

Purtroppo, fino ad oggi le risposte sono state evasive e qualche società Pro, investita della questione, ha espresso delle perplessità. 
Spero che non ci sia una riluttanza di fondo a percorrere tale doppio binario, Aob e Pro, da parte dei pugili e delle società ove sono tesserati. Sarebbe un peccato perdere soldi, notorietà e magari una piattaforma di lancio ovvero di consolidamento dell’immagine internazionale dell’atleta.
Peraltro, mi preme evidenziare che la Fpi potrebbe aggiungere ai premi dell’Aiba, ulteriori premi in denaro per ogni match vinto nelle fasi eliminatorie antecedenti le semifinali nonché delle percentuali degli stessi premi da elargire alle società. 
Chissà, forse la strada che si sta aprendo, potrebbe tornare utile anche al rilancio del movimento pugilistico Pro nazionale. 
Il Presidente Fpi 
Dott. Flavio D’Ambrosi 

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