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Il Punto del Presidente Flavio D’Ambrosi: LE SFIDE DEL PROSSIMO FUTURO.
LE SFIDE DEL PROSSIMO FUTURO.
Pochi giorni fa, ho letto un interessante articolo del giornalista Dario Torromeo da cui traspare la verace passione per la nobile arte e la sua forte preoccupazione per le sorti future della stessa.
Nello specifico, l’articolo ci invita a riflettere sulla situazione nazionale ed internazionale della nostra disciplina e sulle probabili difficoltà legate a tale situazione.
Per quanto mi riguarda, non è difficile trovare dei punti di convergenza con Torromeo, sulle problematiche che caratterizzeranno il pugilato nei prossimi anni.
Problematiche che graviteranno, tra l’altro, intorno al necessario ricambio generazionale delle Squadre Azzurre elite, alla possibile compressione dei contributi statali, alle politiche di accorpamento delle Federazioni e, non da ultimo, alla crescente concorrenza degli altri sport da combattimento che vanno diversificandosi sempre di più.
Non dimentichiamoci, tuttavia, che tali difficoltà sono oggi amplificate anche dalla gestione federale del quadriennio 2013-2016 contraddistintasi dagli insuccessi delle Squadre Azzurre e dal coma profondo del movimento Pro.
Non è un’opinione, sono le statistiche che documentano il fallimento di quel quadriennio conclusosi senza medaglie olimpiche, senza un adeguato ricambio dell’allora vetusto parco atleti della Nazionale e, cosa ancor più grave, senza un sufficiente supporto al movimento Pro, vera vetrina del pugilato, già fiaccato dalle note vicende della Lega.
Peraltro, i dati emersi in questi ultimi 3 anni ci devono infondere un solido ottimismo. L’aumento esponenziale di affiliazioni, tesseramenti ed eventi pugilistici, gli straordinari risultati delle Squadre Azzurre, la crescita di nuovi giovani talenti, la ricerca di nuove risorse e canali di comunicazione massmediatica, il rifiorire del movimento Pro nonché il conseguente ritorno di interesse dei media verso il pugilato, ci dicono senza ombra di dubbio che il pugilato italiano è sulla strada giusta per affrontare tutte le sfide future.
Oggi la Federazione è molto attenta e fortemente orientata – attraverso la programmazione di coerenti politiche sportive – alla crescita dei talenti, al supporto delle società e del movimento Pro con particolare riferimento agli attori principali: pugili, tecnici e società.
Il nostro movimento è composto da solide società e coriacei maestri che – quotidianamente e senza soluzione di continuità – costruiscono la qualità del pugilato nazionale. L’Italia pugilistica vanta in essi, un patrimonio inestimabile di “laboratori artigianali” dediti, con vigorosa passione, alla feconda riproduzione del vivaio della nobile arte italiana.
Tutto questo mi induce ad essere molto ottimista sulla possibilità di affrontare – insieme al grande popolo del pugilato – le impervie sfide future.
D’altronde quel popolo, come il sottoscritto, ama le sfide. Non potrebbe essere altrimenti. Ciò è nel dna del popolo pugilistico.
Nel pezzo giornalistico di Torromeo è evidenziata, giustamente, anche la posizione tenuta dall’Italia nei confronti della difficile situazione internazionale.
Mi preme sottolineare che proprio quella posizione cauta e di prudenza – dettata non solo da necessità ma dall’equlibrio e dalla responsabilità istituzionale dello scrivente – sta permettendo ai nostri pugili, di partecipare ai vari Campionati internazionali IBA, europei e mondiali, di ottenere i pass per i Giochi olimpici di Parigi, di organizzare in Italia eventi internazionali e nel contempo di risultare assegnatari del Torneo mondiale di qualificazione olimpica che si svolgerà a marzo p.v., a Busto Arsizio (Varese).
Ciò a tutto vantaggio dell’immagine e del prestigio del movimento pugilistico nazionale nonché della promozione del pugilato che aiuta a riempire, di giovani e praticanti, le palestre delle nostre società.
Di certo, chi scrive non potrà essere solo ad affrontare le sfide del prossimo quadriennio. Innanzitutto, sarà indispensabile avere un movimento pugilistico – ancora vero protagonista ed attore nei prossimi anni – coeso, sensibile e pronto agli inevitabili cambiamenti imposti dai nuovi scenari, pur non relegando ad un ruolo di comprimario la nostra immarcescibile tradizione.
Inoltre, sarà necessario essere affiancato da una squadra di dirigenti federali motivati, competenti, capaci al confronto dialettico – teso all’elaborazione di politiche innovative – e che sappiamo perseguire l’interesse generale scevri da ogni condizionamento dettato da passioni ed ataviche contrapposizioni personali.
In questo quadriennio la mia squadra di governo – comprensiva dei Presidenti dei Comitati regionali – ha mostrato tali positive virtù, dimostrandosi capace di affrontare in maniera vincente ed altamente funzionale tutte le problematiche tra cui i pesanti strascichi del Covid.
Ma i prossimi anni richiedono una maggiore attitudine a fare squadra e, a mio modo di vedere, qualche spinta centrifuga e capriccio egocentrico in meno!
Il Presidente Fpi
Dott. Flavio D’Ambrosi