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Addio a Luigi Minchillo…che fece tremare Thomas Hearns
Si è spento oggi a Pesaro Luigi Minchillo all’età di 68 anni per un infarto. E’ stato tra i grandi della nostra boxe, un guerriero autore di sfide e imprese memorabili. Era nato a S. Paolo Civitade (FG), un pugliese che ha avuto come sua seconda patria Pesaro, città delle Marche, orgogliosa delle sue imprese impossibili contro gente da far tremare le vene dei polsi solo a sentirla nominare. Lui l’ha affrontata da pari a pari mettendo in discussione la loro forza e la loro bravura. Parliamo di gente come Thomas Hearns, Mike Mc Callum, Roberto Duran, tanto per fare alcuni nomi. Il suo match con Hearns, valevole per il mondiale dei superwelter, passerà alla storia per la sua drammaticità in uno svolgersi imprevedibile quando il grande campione al decimo round volta le spalle e si dirige all’angolo. Hearns era in vantaggio ma era affaticato per aver combattuto contro un avversario che incassava tutto senza battere ciglio e replicava con ardore. Un match che sulla carta doveva essere facile si era tramutato in un incubo per il pugile di Detroit, che nell’occasione combatteva nella sua città. Avrebbe dovuto essere un abbandono che fu poi mascherato dal fatto che il campione avesse udito il gong della fine della ripresa, quando ancora mancava una bella manciata di secondi. Sono quegli episodi che nella storia della boxe rimangono aperti a varie interpretazioni. Indubbiamente in quell’occasione Minchillo non fu certo favorito. Si mise in luce subito da dilettante vincendo gli Assoluti del 1975 e partecipando alle Olimpiadi di Montreal nel 1976. Passò subito professionista, piaceva il suo modo di combattere e la sua incredibile generosità grazie alla sua forza e resistenza fuori del comune. Dopo una ventina di match diventava campione italiano dei superwelter liquidando in un round il pur valido Clemente Gessi. Tenne il titolo italiano per circa due anni. Giocoforza divenne lo sfidante al titolo europeo detenuto dal francese Louis Acaries, pugile di caratura mondiale. Il match si disputò a Formia e Acaries subì una cocente sconfitta ai punti. In pratica per due anni dominò la scena europea, tra l’altro battendo gente del calibro di Maurice Hope e Marijan Benes, un croato dalla potenza micidiale. Fu proprio dopo il match con Benes che venne intavolata la sfida mondiale con Hearns che avvenne l’11 febbraio del 1984. Un match che lo portò alla massima considerazione da tutto il movimento mondiale. Un anno dopo la WBA lo ripropose sfidante del mondiale, solo che il campione allora era il giamaicano Mike Mc Callum, pugile talentuoso, veloce e furbo. Il match viene fermato al XIII round per ferita. Dopo questo match infila una serie di successi contro pugili di media levatura. Il 29 gennaio del 1988 a Rimini affronta il francese Renè Jacquot per il titolo europeo. Non è più il Minchillo delle grandi sfide, perde per intervento medico al III round, ma soprattutto capisce che era arrivata l’ora di appendere i guantoni al chiodo. Non lascia la boxe perché rimane ancorato allo sport come insegnante, un contributo prezioso per far capire ai giovani che la boxe forgia il carattere, ma è anche sacrificio.