A colloquio con Cristina Garganese…la boxe scoperta a sei anni

di Leonardo Pisani

Cristina è giovane, come tutte le giovani donne che praticano pugilato, ed è molto determinata. Altro che sesso debole… Cristina Garganese, di Francavilla Fontana, classe ’96, può allo stesso tempo essere definita una veterana: infatti ha iniziato a tirare di boxe alla tenera età di 6 anni. Una storia lunga 22 anni e che intende continuare ancora. Garganese ora è professionista, dopo 13 anni da dilettante e 58 match alle spalle, nel 2023 ha debuttato tra i Pro. Coraggiosa, ha debuttato in terra straniera, in Spagna, anzi in Catalogna a Barcellona, contro un’avversaria di grande valore (4-2-0) e un titolo europeo alle spalle, perdendo ai punti. Ma Cristina Garganese non è una da demordere.  Secondo match ad Alicante, contro un’avversaria imbattuta (3-0-0), e stavolta ha vinto. Terzo match nella sua Francavilla Fontana, contro un’avversaria francese, Audrey Chibani (0-1-1).

 “Combattere in casa è un’emozione che non provavo dal 2011; un’emozione difficile da spiegare. Ansia, paura, adrenalina, nei secondi che precedono il gong con il palazzetto che urlava il mio nome – mi confida-  “Un match atteso nella mia città, molta aspettativa e la voglia di non deludere nessuno. Non conoscevo l’avversaria quindi ho fatto un primo round di studio e col maestro siamo riusciti ad inquadrarla: dovevo lavorare a lunga distanza, muovermi, entrare ed uscire e mettere colpi rapidi, in fondo è questa la mia boxe. Match vinto ai punti, vittoria che il mio maestro, l’intera società, gli sponsor, il mio procuratore e la mia gente meritava di avere”. 

Ma ora sarà Cristina Garganese a raccontaci la sua passione per la Noble Art e quali siano i suoi obiettivi.

  1. Allora Cristina, sai che uno dei più grandi pugili della storia , George Carpentier, l’Orchidea di Francia, che ha esordito come peso mosca ed è arrivato a combattere per il mondiale dei pesi massimi contro Dempsey, fu un campione di savate, la boxe francaise, una disciplina elegante ma dura…

-Conosco la boxe francese, in passato mio padre l’ha praticata; è uno sport duro, come tutti gli altri sport da combattimento, ma sin da subito mi sono innamorata del pugilato.

  • Inizi a 6 anni a praticare pugilato, alla Pugilistica Francavillese del maestro  Francesco Corvino. Piccolissima e in un periodo ancora ostico per la boxe femminile.

-Si ho iniziato a praticare pugilato all’età di sei anni e sono cresciuta in un ambiente unicamente maschile. Non mi è mai pesato questo, il pugilato insegna rispetto ed il maestro Corvino è un maestro di pugilato e di vita. Nonostante i giudizi esterni che “una bambina non può fare a pugni”, ho continuato sempre per la mia strada, sorprendendo il maestro, che dopo il primo pugno preso pensava che dovessi abbandonare tutto e invece mi ritrova ogni giorno in palestra. Quando ho iniziato a combattere da dilettante eravamo pochissime, ad oggi c’è stata una grande crescita e non posso che esserne contenta.

  • Sei stata un’ottima dilettante, anche nel giro nazionale, hai qualche rimpianto?

-Più volte sono stata convocata in nazionale, è un’ambiente che offre una vita da pugile a 360 gradi. Rimpianti nessuno, ho sempre dato il meglio di me, ma a volte non è bastato.

  • Ora sei una pro, perché l’esordio in Spagna?

-L’esordio volevamo farlo in casa ma non ci siamo riusciti. L’agenzia di Armando Bellotti mi ha poi proposto il match d’esordio in Spagna contro un’avversaria esperta e con il maestro abbiamo accettato; non è da tutti. Sono tornata con una sconfitta ma ancora più convinta che il potenziale c’è e bisogna continuare a lavorare.

  • Diciamocelo, vivere di pugilato in Italia è difficile, ci vuole tanta passione e determinazione per sopportarne i sacrifici. Che fai oltre la boxe?

-Si di pugilato in Italia non si vive. Dedico la maggior parte del mio tempo a questo sport, comporta sacrifici sia fisici che mentali, ma è la vita che i pugili decidono di fare. Oltre al pugilato, sono laureata magistrale in scienze e tecniche dello sport, attualmente tutor sportivo scolastico nella scuola primaria, e insegno minibasket nella società Oria Basket.

  • Ti ho vista combattere a Potenza contro Inglesina Cuomo, poi ho visionato i tuoi incontri da professionista: sei molto tecnica, sei ambidestra e cambi spesso anche guardia, ma allo stesso tempo hai una buona potenza. Come definisci il tuo stile?

-Da qualche anno lavoro col maestro sul cambio guardia, la mia arma più forte è il sinistro. Combatto a lunga distanza, scelta di tempo e molto lavoro di gambe.

  • I tuoi obiettivi a breve termine e quale è il sogno nel cassetto di Cristina Garganese?

-Qualche altro match e si punta al titolo italiano. Il sogno nel cassetto è disputare un titolo mondiale.