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Accadde oggi: 26 dicembre 1956 “la vendetta” di Duilio Loi
Il giorno di Santo Stefano è stato, e lo è tutt’ora, sia pure con meno impegno, un giorno favorevole alla boxe. La gente dopo due giorni passati preferibilmente a casa torna ad uscire per godersi uno spettacolo che può essere sportivo e di intrattenimento (cinema, teatro, concerto ecc.). La boxe in epoche passate era uno dei capisaldi di questa giornata. Milano e Duilio Loi sono stati per anni regista e attore principale di questa disciplina nella giornata di festa. Il Loi a Santo Stefano era diventato come il panettone e il pandoro a Natale. Il 26 dicembre del 1956 la S.I.S. non badò a spese per organizzare una grande riunione, che avrebbe potuto tranquillamente essere denominata la “vendetta di Duilio Loi”. Sul ring del Palasport milanese salirono sul ring Duilio Loi e lo spagnolo Josè Hernandez con in palio il titolo europeo dei leggeri. Prima di questo match c’era un antefatto “al vetriolo” che aveva avuto sul ring milanese gli stessi protagonisti. Loi ed Hernandez si erano già incontrati per il titolo a maggio dello stesso anno. Il match fu dichiarato pari al termine di 15 riprese da far invidia a al grand Guignol teatrale. Lo spagnolo spaccò con una violenta testata il sopracciglio destro di Loi, da cui uscì subito sangue copioso. Eravamo al secondo round e il triestino rischiava la sconfitta da un momento all’altro. Fu un match cattivo e lo stesso Loi, innervocito, non scherzò in fatto di scorrettezze. Il match arrivò in una sorta di duello rusticano alla fine delle 15 riprese con un pari. Una macchia nera nel record di un fuoriclasse come Loi, che volle subito la rivincita. Il match di Santo Stefano fu completamente diverso e non poteva essere altrimenti, considerando sempre il fatto che il nostro campione era imbattibile nelle rivincite e così fu. Dopo nove riprese scialbe in cui Loi illuminò a sprazzi dall’alto di una classe adamantina, dal decimo round in poi si consumò la vendetta iniziata con un pesante desto alla mascella dello spagnolo. Questo destro fu come una maledizione per la continuità con cui trovava la strada sul volto dell’avversario, che con il passare dei minuti divenne il ritratto della sofferenza. Una vendetta tremenda e stavolta “la testa” di Hernandez venne tenuta a debita distanza e resa innocua. Hernandez era un pugile molto forte fisicamente, coraggioso e nella serata di Milano fu addirittura stoico per resistere contro un Loi scatenato. La vendetta fu “consumata” e il pubblico milanese applaudì a lungo il suo idolo.
(alb)