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Accadde oggi: 16 novembre 1956 Giordano Campari batte Sergio Milan
Giordano Campari esordì al professionismo a 21 anni e divenne subito un beniamino nella sua città di Pavia. La sua boxe d’attacco piaceva al pubblico, considerando oltrettutto che era piuttosto alto per la categoria dei piuma. A questo aggiungasi un pizzico di dinamite e il gioco era fatto. Dopo aver accumulato 22 vittorie consecutive si decise per il gran salto in campo nazionale. Il 16 novembre 1956 il Palasport di Pavia era gremito per vedere all’opera il beniamino contro l’esperto Sergio Milan. Non fu certo un match facile, perchè Campari non attaccò subito come in genere faceva, ma cercò di usare più il cervello e l’allungo, mentre il suo avversario cercava la corta distanza dove metteva a frutto la sua esperienza e qualche trucco di troppo, tanto che alla settima ripresa l’arbitro lo richiamò. Fu a quel punto che il pugile di casa prese in mano le redini del match imponendo un ritmo maggiore e la sua potenza. Dopo questo successo Campari mostrò tutto il suo valore superando gente del calibro di Moussa Saad , Aldo Pravisani e pareggiando con il grossetano Polidori. Trovò disco chiuso al titolo dall’allora campione Sergio Caprari. Ormai il dado era tratto e al suo cospetto si vedevano gente di caratura internazionale come Tanny Campo, Gracieux Lamperti e d altri. Fu campione italiano nel 1958, titolo che perse nel 1959 ad opera di Ray Nobile. Decise di passare tra i leggeri e conquistò il titolo superando Mario Vecchiatto. Si tolse anche la soddisfazione di battere Joe Brown, ex campione del mondo. Nel 1963 fu superato dal tedesco Conny Rudhoff per il vacante europeo. Non si tirò mai indietro perdendo anche con gente del valore di Sandro Lopopolo e Josè Napoles, due campioni del mondo. Si ritirò nel 1967 con un record di 82 vittorie, 31 per ko, 15 sconfitte e 4 pari.
Sergio Milan era nato a Venezia e aveva fatto l’esordio nel 1950. Era fisicamente un piuma, ma accettava anche di battersi nella categoria superiore. Disputò numerosi match in Australia, terra di conquista da parte di molti pugili italiani. Arrivò addirittura a battersi per l’europeo facendo sudare le proverbiali sette camicie al fenomenale Ray Famechon. Per certi versi fu un pugile giramondo combattendo a più riprese anche in Argentina. Solo una volta disputò un match per il titolo italiano, ma trovò sul suo cammino Ray Nobile, che all’epoca era uno spauracchio. Si ritirò nel 1963 con un record di 34 vittorie, 38 sconfitte e 9 pari.
(alb)