A Murata la vittoria, ma applausi anche a Blandamura

Emanuele Blandamura (+ 27, – 3) perde per kot all’ VIII round contro Ryota Murata ma si è dimostrato uno sfidante tenace che non ha mai dato l’impressione di essere sottomesso alla micidiale potenza del giapponese. Fa un certo effetto vedere questo Murata con quel suo destro che sembra una martellata. E’ un paragone brutto ma rende bene l’idea. La cosa che speriamo sia evitata è la disamina di quello che è successo cercando scuse e quant’altro. Blandamura ha perso perchè Murata è un campione veramente forte, al di sopra delle sue attuali possibilità di pugile di 38 anni, dignitoso che non ha mai alzato la bandiera in segno di resa. Ha perso prima del limite, ma lo ha fatto da guerriero tenendo sempre in apprensione il giapponese. In alcuni frangenti abbiamo visto Murata perplesso, nella seconda come nella quarta ripresa quando la combinazione di due colpi era talmente rapida, che il giapponese l’ha dovuta immagazzinare con il classico campanello d’allarme. Otto riprese intense, anche se a cominciare dalla sesta il match sembrava dirigersi ineluttabilmente alla fine. Murata indubbiamente esce fuori dagli schemi e dalla logica sia per fisico, armonioso, e per potenza dove ogni colpo prepara la strada alla stoccata di un destro di rara efficacia. Bob Arum da tempo ha adocchiato il giapponese e vorrebbe preparare la strada ad un match con Gennady Golovkin, la gallina con le uova d’oro. Si tratta solo di vedere o di capire se il match avrebbe più presa nel Giappone o negli Stati Uniti, tra Las Vegas e New York. Adesso siamo in zona congetture…pian piano la matassa si dipanerà. Blandamura dal canto suo pur avendo subito un ko ne esce molto bene dimostrando grande coraggio, ma non solo visto che in alcuni momenti Murata è stato costretto a ragionare per non rischiare troppo. Il Sioux è integro e se deciderà di continuare può puntare senz’altro all’Europeo, è diventato uomo di classifica in pianta stabile e questo ko sembra averlo promosso a protagonista della categoria. Spesso succede anche questo dopo una sconfitta.

(alb)

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