Il Punto del Presidente FPI D’Ambrosi: Le medaglie presenti non bastano. Il futuro del pugilato italiano passa attraverso la capacità di far crescere i vivai giovanili e di creare la giusta osmosi tra Aob e Pro.

Le medaglie presenti non bastano. Il futuro del pugilato italiano passa attraverso la capacità di far crescere i vivai giovanili e di creare la giusta osmosi tra Aob e Pro.

Con i 6 bronzi dei recenti “Campionati europei” schoolboys/schoolgirl, sono 26 le medaglie ottenute – dal mese di marzo u.s. – nelle competizioni internazionali (Campionati europei e mondiali di categoria).
Le medaglie sono un buon viatico e testimoniano l’ottimo lavoro dei tecnici di società – nella crescita dei giovani talenti  – e dei componenti dello staff Azzurro. 
Peraltro, non dobbiamo dimenticare che – a prescindere dalla medaglia olimpica di Irma Testa – il movimento pugilistico Azzurro è ancora lontano da quella posizione di alto livello che meriterebbe in relazione alla sua gloriosa storia. 
Tanto che i Campionati mondiali elite – che si svolgeranno a fine anno – rappresenteranno impresa non facile, considerando che nella Nazionale maschile il primo timido tentativo di ricambio del parco atleti è cominciato dal 2017 e che il 2020 è stato praticamente un anno perso a causa del Covid.
Per superare tale criticità, la Federazione ha già stanziato – in continuità con il quadriennio passato – oltre 1.300.000,00 euro (per l’attività ordinaria e nazionale), concentrando le risorse soprattutto sulle qualifiche schoolboys, junior e youth.
Dal mese di settembre p.v., avremo anche il definitivo assetto delle Squadre Azzurre, basato su un’organizzazione piramidale – per quanto concerne le responsabilità – ed orizzontale relativamente alla distribuzione delle funzioni e competenze. 
Per le squadre Azzurre di categoria sono stati scelti dei tecnici con spiccate attitudini all’insegnamento delle abilità tecnico tattiche di base, e con la capacità di lavorare in stretta sinergia con i tecnici delle società. In altre parole, in questa fase della carriera i giovani atleti dovranno apprendere i fondamentali del pugilato – quelli che la tradizione ci ha tramandato – e si dovrà, nei limiti del possibile, rendere omogeneo l’insegnamento e la preparazione tra società e Squadre Azzurre. 
Diverso il discorso per le squadre elite per le quali è fondamentale la figura di un tecnico che sappia gestire psicologicamente gli atleti, supportandoli nei momenti di maggiore pressione come quelli di avvicinamento all’evento sportivo, e nello stesso momento adotti un metodo rigorosamente scientifico per lo sviluppo delle capacità condizionali. Insomma, un tecnico che abbia maturato la giusta esperienza internazionale ed il giusto equilibrio nella gestione delle risorse umane e che sappia costruire allenamenti diversificati come “abiti su misura” per l’atleta.
Ovviamente sarà fondamentale – come sempre – il lavoro certosino delle nostre società e dei nostri tecnici che, sono certo, sapranno individuare e crescere i giovani talenti. Non è retorica se affermo, e ormai lo faccio da tempo, che i successi del nostro movimento pugilistico italiano passano inevitabilmente attraverso l’impegno quotidiano della preziosa rete di affiliati e tesserati che operano sul territorio. 
Sarà poi compito della Fpi coordinare tutto il movimento e far si che alle società affiliate arrivino i giusti supporti, anche attraverso contributi di natura economica. In tale ottica, è già allo studio l’ipotesi di applicare una sostanziale riduzione del costo legato all’affiliazione delle società per 2022. Iniziativa che faceva parte del programma elettorale dello scrivente. 
In ultimo, mi preme evidenziare che in vista dei prossimi Giochi olimpici di Parigi, nulla vieti di pensare ad un possibile utilizzo di pugili Pro nel circuito Aob ovvero nelle qualificazioni olimpiche, anche in considerazione delle nuove categorie di peso stabilite dall’Aiba e del nuovo modo di valutare il match da parte dei giudici, sempre più simile a quello adottato per i match pro.
Di contro, sarà incentivato il passaggio di pugili Aob – che militano in Nazionale da diverso tempo ovvero hanno già partecipato ad un olimpiade – nel circuito Pro con la certezza che questo possa incidere positivamente nella qualità di quel circuito e dar luogo a quel naturale ricambio del parco atleti delle Squadre Azzurre elite.
Ritengo, infatti, che sia giunto il momento di creare tra i due circuiti, Aob e Pro, una funzionale osmosi che sia utile anche ai pugili.
Non sarà facile, ci vorrà tempo ma siamo determinati a riportare il pugilato italiano al posto che merita. 
Il Presidente Fpi 
Dott. Flavio D’Ambrosi 

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