Ad Ancona “Il pugile del Duce”, storia di Leone Jacovacci

Ancona
Si è tenuta presso la prestigiosa Loggia dei Mercanti di Ancona, per l’ultima giornata del Festival Adriatico Mediterraneo, giunto alla XI edizione, la proiezione del film documentario “Il Pugile del Duce” di Tony Saccucci organizzata dalla locale Camera Penale. Non molte le presenze e per la maggiore parte di estrazione sportiva. Scarso l’afflusso della categoria della classe forense che pure ha proposto l’incontro. Ci si aspettava al termine della proiezione della pellicola un dibattito sullo “jus soli” sulla immigrazione e sulla integrazione mentre l’hanno fatta da padrone gli interventi dei campioni e dirigenti di pugilato. Una pellicola documentario, quella di Saccucci, che ripercorre la vita dell’uomo e del pugile Leone Jacovacci che ha vissuto il suo riscatto per mezzo della boxe e che poi si è visto emarginare per il suo colore della pelle dalla classe dirigente del momento. Una vita avventurosa quella del campione italiano ed europeo dei pesi medi che è stata resa magistralmente dalla pellicola di Saccucci che ha evidenziato con la massima cura, avvalendosi del libro “Il nero di Roma” dello scrittore Mauro Valeri e delle riprese originali dell’epoca dell’Istituto Luce . Un documento storico eccezionale che invita a riflettere su come le ideologie e l’intransigenza possano diventare ottuse soprattutto se viste a posteriori. Basti pensare che la Gazzetta dello Sport dell’epoca si chiedeva se fosse stato opportuno che l’Italia fosse rappresentata da un pugile italiano di colore.
La pellicola è stata introdotta e moderata dall’Avv.to Marcello Marcellini e dal Presidente della Camera penale Avv.to Piazzolla: Hanno poi preso la parola l’ex campione mondiale dei pesi medi Patrizio Sumbu Kalambay che ha avuto anche una piccola parte nella pellicola. “Contrariamente a quanto avvenuto a Leone Jacovacci – ha detto tra l’altro- non ho mai avuto problemi per il colore della mia pelle in Italia. Anzi sono subito stato trattato come uno di voi ed ho sentito tanto calore intorno a me”. Ha poi tratteggiato il suo primo match in Italia a S. Elpidio a Mare per la regia di un allora giovanissimo Bruno Cozzi, rimasto un suo ottimo amico, quando si permise il lusso di battere prima del limite l’allora campione italiano Marini. Ha rievocato la sua carriera sportiva, i suoi vecchi manager, da Sergio Cappanera e Ennio Galeazzi ed ha riscosso l’applauso dei presenti.
Sono poi intervenuti i campioni Miro Riga e Sante Bucari che hanno lodato il regista per la bontà della pellicola ed hanno indicato lo sport della boxe come valido mezzo di riscatto anche ora per tanti “stranieri” che qui in Italia riempiono le nostre palestre. Hanno preso la parola anche i dirigenti Gabriele Fradeani, Presidente del Pugilato marchigiano, Antonio Raspugli, Maestro del Boxing Club Pesaro, che ha ricordato come negli anni ’60 e ’70 la Città di Rossini poteva fregiarsi del titolo di ”capitale del pugilato italiano” ed il Presidente della Corte Federale di Appello, l’Avv.to Francesco Fradeani ricercatore presso l’Università di Macerata. Quest’ultimo ha chiuso l’incontro, da un lato ringraziando regista ed organizzatori per avere affrontato un tema particolarmente importante ed attuale, dall’altro anche fornendo alla platea alcune suggestioni, emerse dalla visione del film, come, ad esempio, un ideale parallelo tra l’epoca di Jacovacci e quella contemporanea, in particolare immaginando il primo come un Mohamed Alì ante litteram che, a differenza del campione americano, in un regime dittatoriale come quello del ventennio, non ha potuto fare altro che emigrare per cercare fortuna, un poco come, purtroppo, sebbene per altri motivi, ancora oggi sono costretti a fare tanti giovani talenti del nostro Paese.

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