Valerio Lamanna: 15 anni da Ringannouncer

Ringannouncer, così come cutman, ring girl, per gli amanti della boxe sembravano parole di un altro mondo, quasi proibite da pronunciare. Quando eravamo più giovani noi le confondevamo con presentatori, intrattenitori e ritenevamo di aver fatto un passo in avanti quando pronunciavamo la parola “speaker” con il classico “round 3, fuori i secondi”. Per certi versi l’ufficialità del ringannouncer potrebbe essere nata da noi il 26 dicembre 2005 nella riunione organizzata al Palazzetto di Roma da Davide Buccioni (combattevano in quella serata Daniele Petrucci, Giorgio Marinelli, Alessio Sakara, Emmanuele Della Rosa e Mouhamed Alì Ndiaye). Il pubblico, numeroso per l’occasione, vide apparire sul ring un giovane elegante, vestito in abito da cerimonia, che microfono alla mano con voce roboante introduceva la serata con la presentazione dei protagonisti e che con il suo “suonino le trombe…i guerrieri entrino nell’Arena” in pratica dava inizio “alle ostilità”.

Da quel giorno sono passati 15 anni, 15 candeline accese nel cuore dei protagonisti e degli appassionati. I ringannouncer sono sorti un po’ dovunque, ma Valerio Lamanna, 46 anni, rimane la figura emblematica di questo ruolo nel nostro sport.

Cosa fai nella vita ?

Purtroppo, come puoi ben immaginare, in Italia non si vive di solo pugilato; sono un infermiere, una professione che amo come una missione. Lavoro in un ospedale romano e sono in forza al Blocco Operatorio Unico.

Come è nata in te l’idea del Ring Announcer?

E’ nata per caso vedendo da spettatore gli eventi pugilistici e rendendomi conto che in Italia mancava una figura in grado di catalizzare l’interesse durante la presentazione dei pugili e degli incontri in programma.

Come e quando è avvenuto il tuo esordio?

Il mio amico Davide Buccioni organizzava uno dei suoi eventi e per sfida personale mi sono offerto di presentarlo io, sicuro e convinto di avere i mezzi e le capacità per ottenere un ottimo risultato, era il 26 dicembre 2005 e in programma c’era un evento al Palazzetto dello Sport di Viale Tiziano, con differita televisiva su La7: il main event  era Marinelli Vs Benito per il  Campionato Internazionale IBF dei pesi Superleggeri.

Come avviene la tua preparazione prima dell’evento?

Ritenendomi un professionista e cercando di esprimermi nel migliore dei modi studio con minuziosità ogni aspetto dei contenuti che mi servono per annunciare l’evento. Con l’organizzazione metto a punto il programma delle varie citazioni che devono essere fatte all’interno della manifestazione, grazie alla rete si reperiscono tutte le informazioni riguardanti i pugili, che a loro volta mi forniscono notizie private che vanno a confezionare la presentazione (nickname, musica, ecc.).

La tua emozione potrebbe essere paragonata a quella di un pugile prima del match?

Con il tempo ho imparato a gestire la mia emotività, ma ti confido che quando sono nel centro del ring per un grande evento provo quell’adrenalina che mi dà la carica per affrontare al meglio la presentazione dell’evento. Sicuramente i pugili sentono in maniera diversa la tensione, io, nel mio ruolo, mi godo il momento e cerco l’alchimia ideale per trasmettere agli spettatori le sensazioni giuste per godersi uno spettacolo unico a 360 gradi.

Cosa rappresenta per te un palazzetto pieno e uno vuoto?

Il giorno e la notte! Purtroppo il 2020 ci ha portato eventi a porte chiuse, senza pubblico. Senza il calore del tifo e senza il pathos potrebbero mancare le giuste motivazioni per portare a termine il lavoro nel migliore dei modi ma attenzione: gli atleti, gli spettatori collegati per mezzo delle TV e dello streaming e, perchè no, la voglia di garantire sempre il massimo in ogni situazione, fanno sì che la professionalità (da parte mia) non manchi mai.

La tua più grande soddisfazione…

Per fortuna ne ho avute tantissime in 15 anni e devo fare mente locale prima di darti una risposta: sicuramente la proclamazione di Michael Magnesi Campione del Mondo, ma potrei anche citare il primo Campionato del Mondo annunciato in Sardegna tra Andrea Sarritzu e Moruti Mhtalane, il match tra Petrucci e Bundu al Centrale del Tennis di Roma davanti a 8000 persone e l’incontro a Milano con Marvin Hagler con una foto celebrativa che custodisco tra le più significative della mia vita.

Come vivono in famiglia e i tuoi colleghi di lavoro questa tua passione…

Mio padre è il primo sostenitore, Lui è un appassionato ed è orgoglioso di tutto quello che faccio. In casa ormai sono consapevoli del fatto che ci sono due personalità in me e tra queste c’è il Ring Announcer, che come un pugile in preparazione prende il sopravvento. Al lavoro invece cerco di non coinvolgere più di tanto i miei colleghi in quanto molti non sono minimamente interessati all’universo boxe, quindi non ritengo giusto monopolizzare discorsi se non sono condivisi. Per fortuna, tra loro, c’è qualche appassionato o quantomeno curioso e quindi anche in ospedale riesco a portare un po’ di Nobile Arte.

Hai tenuto il conto di tutte le manifestazioni a cui hai partecipato?

In 15 anni di attività sono tante…le tengo gelosamente riposte nell’album dei ricordi e anche selezionate una per una in un dettagliato portfoglio che ho inserito nel mio sito personale.

Sei mai stato in difficoltà?

Sono meticoloso e perfezionista, quindi cerco di limitare al minimo il margine d’errore, ma certamente sì, anche nella migliore organizzazione può esserci un contrattempo, l’importante è trovare la soluzione idonea al problema.

Qualche episodio curioso….

Ce ne sono molti, anche legati alle tante trasferte fatte in quasi tutta Italia, ho una sezione specifica delle curiosità nel mio sito www.ringannouncer.it. Il 28 novembre 2015 a Torino successe qualcosa di veramente raro; nell’evento che laureò Andrea Scarpa campione Intercontinentale IBF annunciai l’incontro che vedeva protagonista il forte peso massimo francese Carlos Takam. Il suo avversario era il coriaceo ed esperto brasiliano George Arias, che si presentò sul ring con un angolo quantomeno insolito, infatti il fighter paulista era accompagnato dalla MOGLIE coach e dalla FIGLIA cutman!!!!!

Hai qualche modello?

Ho iniziato ispirandomi totalmente allo stile di Michael Buffer, sicuramente il più famoso dei ring announcer, successivamente ho preso in considerazione altri famosi “colleghi”, tra tutti Jimmy Lennon jr (a mio avviso il più bravo i tutti) e Lupe Contreras, ma ben presto ho trovato uno stile personale che mi caratterizza e che mi rende orgoglioso.

Come passi il giorno prima della manifestazione (nervosismo-studio ecc.)?

E’ il giorno della messa a punto, del controllo finale, delle rifiniture. Qualche volta è stato anche il giorno del corriamo che è tardi! Lo stato d’animo varia a seconda del grado d’importanza dell’evento; se è un Top Event di solito presento anche la cerimonia del peso e relativo face to face quindi si entra direttamente in modalità Ring Announcer ON.

Hai festeggiato il tuo XV anno…Hai mai avuto momenti in cui avresti voluto appendere il microfono al chiodo?

Per fortuna mai. Nel corso degli anni ho sempre trovato consensi, rispetto, sinergie, collaborazioni, fiducia degli addetti ai lavori e degli organizzatori, che mi consegnano le chiavi dei loro eventi. Questo mi spinge ad andare avanti e trovare costantemente il modo per migliorare un prodotto che reputo sicuramente già buono.

Cosa rappresenta per te la boxe?

La boxe è una grande passione, un grande amore. La rispetto molto e rispetto tutti coloro che si cimentano in questa nobile disciplina che oltre a regalare emozioni lascia trasparire in modo cristallino gli stati d’animo, i sacrifici, la determinazione, la sofferenza, il dolore. Il pugilato forma coloro che lo praticano, forgia i caratteri di coloro che l’abbracciano. Il pugilato è una palestra di vita.

Una domanda che non vuoi sentire e a cui non vuoi rispondere?

A distanza di qualche anno ti dico questa: “perchè non sei stato tu ad annunciare l’incontro valevole per il campionato d’Europa Devis Boschiero Vs Ermanno Fegatilli?

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