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Accadde oggi: 23 luglio 1949 esordio vittorioso di Ernesto Formenti
Il 23 luglio 1949 nella sua Seregno esordiva tra i professionisti Ernesto Formenti che liquidava per ko con estrema facilità alla quarta ripresa Giuseppe Salardi. Un verdetto scontato perché quel giorno fu l’esordio di un grandissimo campione, medaglia d’oro nei piuma un anno prima alle Olimpiadi di Londra, dove aveva infilato una serie di ben 4 vittorie, una più netta dell’altra, pur avendo una mano in disordine. Ma non si contentò perché vinse anche il Guanto d’ Oro a Chicago, una sorta di campionato del mondo. Aveva classe e intelligenza che supplivano abbondantemente alla sua fragilità fisica, nascosta da una boxe che sembrava fatta apposta per deliziare gli appassionati dal palato fine. La carriera tra i pro sembrava seguire lo stesso binario fino a quando dopo una ventina di match venne messo ko al primo round a Milano da Alvaro Cerasani, da lui già battuto per il titolo dei piuma. Un incidente di percorso contro uno dei più temibili picchiatori in circolazione. Poco più di un mese ed eccolo difendere vittoriosamente il titolo dei piuma dall’assalto del civitavecchiese Nicola Funari. Quando gli propongono di incontrare Ray Famechon che all’epoca era il campione europeo sembrò quasi un “suicidio” come fu definito il match. Famechon aveva distrutto a Milano Alvaro Cerasani in tre rounds, facendo poi il parametro che Cerasani aveva battuto in un round Formenti si guardò al pugile lombardo con un po’ di commiserazione, quasi come una cattiveria. Ma chi accettò quel match conosceva l’incredibile tecnica e gioco di gambe del seregnese, tanto da farlo soprannominare il ballerino. Tra lo stupore generale Formenti costrinse al pari il francese. Nel 1952 Formenti passò nei leggeri e fece il vuoto. Non rimaneva che affrontare il campione, Duilio Loi. Una vigilia spasmodica, Milano vedeva sul ring combattere due grandi campioni con la tifoseria spaccata a metà. Fu un match intenso e forse l’errore di Formenti fu quello di accettare una sorta di sfida all’arma bianca, dove vinse il più cattivo e il più resistente. Ma in quelle 9 riprese Formenti non fu umiliato e in vari frangenti si dimostrò avversario difficile. Molti non erano convinti della superiorità del triestino. Ed ecco preparata su un piatto d’argento la rivincita tra i due di fronte ad un pubblico in ansia. Stavolta Duilio Loi tolse ogni dubbio sulla sua superiorità fino a quando l’arbitro sospese il match al decimo round. In pratica Formenti combattè ancora un anno (1954), ma non fu più lo stesso pur togliendosi la soddisfazione di superare un pugile rampante di nome Giancaro Garbelli