Accadde oggi: 2 maggio 1954 Tiberio Mitri europeo in un minuto

Lo Stadio Torino a Roma in quella serata era pieno di gente, ma non si disputava una partita di calcio, c’era da vedere il tentativo europeo di Tiberio Mitri, il pugile amato dalla gente. Un personaggio gentile e affascinante, che conosceva la boxe come pochi, soprattutto in una categoria di “duri” come era quella dei medi. Il triestino dopo La sconfitta subita da La Motta per il mondiale aveva subito altre due battute d’arresto ad opera di Charles Humez e Claude Ritter. Sconfitte più psicologiche che fisiche. Jack La Motta aveva minato le sue certezze, quelle di un campione riconosciuto da tutti per la sua classe e la sua bravura. Dopo queste sconfitte Mitri si affidò a un manager di grande capacità: parliamo di Gigi Proietti, il fratello di Roberto uno dei più grandi pugili romani. Il manager che aveva una scuderia di campioni lo ricostruì non solo fisicamente ma anche mentalmente. E con una bella serie di vittorie scalò molti posti nella classifica europea. Erano per lo più vittorie ai punti, con gente valida ma di quotazione media, se si eccettua una bella vittoria contro Claude Milazzo, uomo di punta in Francia e in Europa. Fu così che furono intavolate delle trattative per battersi con Randolph Turpin, il campione della categoria. Turpin era uomo di valore mondiale avendo conquistato il titolo contro il grande Ray Robinson, che all’epoca era imbattibile, e contro il quale perse in un’accesa rivincita. Il mulatto inglese faticava non poco a rientrare nei limiti di peso e oltrettutto i match con Robinson lo avevano per certi versi “ammorbidito”. Era pur sempre un grande campione e in Europa aveva fatto il vuoto con frequenti incursioni tra i mediomassimi. Turpin per Mitri non era un cognome sconosciuto, infatti nel 1949 Tiberio conquistò l’europeo dei medi contro Dick Turpin, fratello maggiore di Randolph. Un auspicio? Chissà…All’epoca c’era una certa euforia a Roma e dintorni, ma era contro la logica perchè i favori del pronostico erano nettamente dalla parte dell’inglese. Oltrettutto anche se il match si faceva a Roma a organizzarlo era il famoso promoter inglese Jack Solomons. Venne allestito un grande pomeriggio di boxe dove si alternarono molti pugili noti agli appassionati come Alvaro Nuvoloni, Alessandro D’Ottavio e Franco Festucci, possibile futuro rivale di Mitri. Il triestino si era allenato come non mai isolandosi con la colonia Proietti a Santa Marinella, zona molto tranquilla. Le lunghe corse lungo le spiagge respirando l’aria del mare lo avevano ossidato al punto giusto, corse con scatti improvvisi, pugni scagliati al vento e una incredibile colazione a burro e marmellata furono il toccasana. Fu in questo esilio che probabilmente si studiò come…battere Turpin. Alle 20,30 della sera Tiberio Mitri entra nell’arena dello Stadio scortato da Giacomo Di Segni, grande campione dei dilettanti. I preliminari sembrano interminabili, ma non lo sarà il match. Poche fasi di studio poi una finta di sinistro, subito una finta di destro e poi scatta il gancio sinistro al mento di Turpin come una molla. L’inglese crolla di brutto al tappeto e batte la testa, al 7 si rialza, fa pochi passi e ricade tra la seconda e terza corda. Non ci sono dubbi, dopo appena 1 minuto e 5 secondi Tiberio Mitri torna ad essere  campione europeo. Non importa che perderà il suo titolo alla prima difesa contro Charles Humez. Quello di Roma non fu un colpo fortunato, fu il flash di un capolavoro magistralmente scattato.

(alb)

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