Accadde oggi: 21 aprile 1956 Guido Mazzinghi diventa campione italiano dei medi

Il 21 aprile 1956 a Milano Guido Mazzinghi, fratello maggiore di Sandro, conquistava il titolo dei medi, all’epoca detenuto da Bruno Tripodi, pugile di origini calabresi con residenza in Francia e in Liguria. Tripodi era campione da un paio d’anni, era un atleta coraggioso non facile da battere.  Mazzinghi era un pugile emergente con un’ottima carriera da dilettante e con ben 24 vittorie consecutive da quando era passato professionista. Il toscano aveva un fisico poderoso ed era dotato di buona tecnica e potenza. Anche in quell’occasione iniziò subito forte con la sicurezza di una vittoria in poche battute, mentre il campione, costretto sulla difensiva, considerava l’opzione di un colpo “vagabondo” per raddrizzare il match. La cosa riusciva a Tripodi quando un suo gancio  alla mascella scuoteva l’avversario. Un campanello d’allarme che Mazzinghi raccolse facendosi più prudente in difesa, non rinunciando alla sua opera di demolizione. I colpi dritti alternati al gancio destro arrivavano con metodica precisione. In poche riprese il volto di Tripodi era trasformato ad una maschera di sangue. Il campione aveva coraggio e orgoglio da vendere, le riprese si susseguivano con la costante superiorità dello sfidante, e ormai aveva capito che la sua unica meta era raggiungere la fine delle 12 riprese. Ma non fu così perché un destro tremendo si abbattè, proprio nel round conclusivo, sulla mascella del ligure che crollò al tappeto. L’arbitro non ebbe bisogno di continuare il conteggio e sospese l’incontro a pochi secondi dalla fine. Fu una sconfitta molto dura per Tripodi che dopo questo match appese i guantoni al chiodo, ma si rivelò un ottimo scultore ottenendo un grande successo con esposizione delle sue opere nelle più famose gallerie della Costa Azzurra. Mazzinghi invece, divenuto campione italiano, aveva tutto per sfondare anche a livello internazionale. La palestra non era la sua passione e fu questo insieme ad una salute maferma a farlo decidere di abbandonare nel 1957 con un record di 35 vittorie, 20 prima del limite e una sola sconfitta subita ad opera del campione francese Andrè Drille.

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