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Accadde oggi: 28 marzo 1960 Federico Friso superato di un soffio da Kitione Lave
Il 28 marzo 1960 Bologna presentava la sua riunione “quasi settimanale” al Palasport. Logicamente in quell’epoca i “prediletti” nei programmi erano i pesi massimi dove ancora Franco Cavicchi si trovava al primo posto nel cuore degli appassionati felsinei. Quella sera proprio Cavicchi teneva banco affrontando il pugile di colore, Joey Armstrong, ma nel sottoclou spiccava a caratteri cubitali la sfida tra Federico Friso e il tongano Kitione Lave. Quest’ultimo era ben conosciuto dal pubblico per aver fatto vedere “i sorci verdi” proprio al “Cecco” nazionale. Di Lave si conosceva la micidiale potenza, la scaltrezza e la velocità; di Federico Friso si conosceva lo smisurato coraggio, la saldezza di un fisico a “prova di bomba” e il carattere che lo portava sempre ad attaccare. Le previsioni non furono smentite e i due disputarono 8 riprese a ferro fuoco senza risparmio di energie. Nel primo round il match poteva avere già il suo epilogo, perchè Friso con un formidabile diretto atterrava Lave, che aveva il suo bel da fare con trattenute e spinte per finire il round. Dal secondo round il tongano, che tra l’altro aveva incontrato i migliori pugili europei con risultati alterni, riusciva ad ingabbiare il padovano con i suoi diretti e con il suo movimento di gambe. Al quinto round toccava a Friso toccare per un attimo il tappeto, centrato proprio mentre attaccava. Il match proseguiva poi con fasi alterne e alla fine fu dato il verdetto di vittoria a Lave, ma la differenza doveva essere davvero esigua. “Il terribile mugnaio”, come veniva chiamato Friso, due mesi dopo, avrà comunque la grande soddisfazione di diventare campione d’Italia mettendo ko un altro veneto, Bruno Scarabellin.