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Accadde oggi: 16 marzo 1991 Gianfranco Rosi batte Ron Amundsen
Il 16 marzo 1991 a Saint Vincent Gianfranco Rosi difendeva vittoriosamente il mondiale IBF dei superwelter per l’ottava volta. Tralasciando la parentesi per il WBC, titolo conquistato nel 1987 battendo Lupe Aquino e perso l’anno successivo ad opera di Donald Curry. Un record da campione con la C maiuscola il suo, tanto da eguagliare Nino Benvenuti. Le statistiche non servono a definire le caratteristiche di un pugile, ma servono essenzialmente a farci capire di cosa stiamo parlando. Il suo avversario di Saint Vincent, Ron Amundsen, era un giovane emergente che oltre alle sue vittorie, magari non ottenute con gente di primo piano, aveva fatto la sua bella figura anche da sconfitto su pugili del valore di James Toney e Roy Jones. Era un buon tecnico e molto veloce, anche se privo di potenza. Un avversario, quindi, da non sottovalutare. A complicare la serata dell’umbro c’era stata una faringite con febbre, che aveva rallentato molto la preparazione, costringendolo a salire sul ring in condizioni tutt’altro che ottimali. Era noto che Rosi era un maniaco della preparazione, per cui presentarsi sul ring a 34 anni in quelle condizioni era una sorta di polveriera. L’umbro comunque dall’alto di una classe superiore aveva preso il largo fino alla sesta ripresa quando accusò un gancio sinistro. Dopo questo round il match divenne più incerto, i prodromi febbrili si facevano sentire. Al termine delle 12 riprese il risultato non era in discussione per il nostro campione che polverizzerà nel proseguimento della sua carriera il record di sfide mondiali con 17 incontri.