Accadde oggi: 15 dicembre 1962 Duilio Loi batte Eddie Perkins e si ritira

Il 15 dicembre 1962 al Palazzone di Milano il pubblico impazziva all’annuncio del verdetto che vedeva vincitore Duilio Loi su Eddie Perkins, una vittoria che faceva tornare il mondiale dei superleggeri in Italia sulle spalle del triestino, che aveva compiuto l’ennesimo miracolo. Quindici riprese non belle come spettacolo, ma intense, seguite dai numerosi spettatori con ansia. Loi doveva cancellare la precedente sconfitta subita contro l’americano. Erano al loro terzo incontro con un pari e una vittoria di Perkins. Erano in molti a sconsigliare un terzo match, ravvisando per il nostro campione l’inesorabile viale del tramonto. Ma Duilio non ci stava, forse dentro di lui avevano trovato asilo le parti migliori di una discendenza veneta-ligure-sarda. Quando il pubblico milanese lo vide salire sul ring tirato a lucido, perfettamente nel peso di 62,500kg, lo applaudì  a lungo forse comprendendo anche i sacrifici a cui il Duilio nazionale si era sottoposto, pungolato da un orgoglio smisurato Oltrettutto aveva di fronte a se un fior fiore di campione, una mossa sbagliata del suo team che aveva sottovalutato in precedenza Perkins ritenendolo alla portata. Ma il pugile di colore dimostrerà subito il suo valore, uscendo dal clichè americano con una boxe fantasiosa, un gioco di gambe perfetto e una velocità di braccia rapida per non dire fulminea, unica lacuna forse la potenza. Loi con i suoi 33 anni, con una lunghissima e logorante carriera, aveva di fronte a se un vero campione nel pieno coi suoi 25 anni. I primi due match avevano messo in luce la superiorità di Perkins su un Loi, quasi dimesso. Ma quella sera sul ring milanese il nostro pugile aveva  deciso di stravolgere la logica del tempo con una preparazione meticolosa e un allenamento durissimo. Era un Loi scattante e deciso, lo si vide fin dai primi round, che Perkins sottovalutò lasciandogli l’iniziativa. Quando l’americano capì di aver sbagliato i calcoli dovette fare i conti con l’intelligenza di un fuoriclasse, che esce fuori nei momenti peggiori. Loi mascherò abilmente la superiorità di Perkins con colpi improvvisi, trattenute al limite, e una sensazione, sia pure apparente, di non stare mai in difficoltà, cosa quest’ultima che avvenne nel XIII round. Ma nel cervello di Duilio c’era sempre un piano B e la buttò sulla bagarre spiazzando Perkins che non si aspettava ancora tutta quella energia perdendo i due round finali. Certo se il match si fosse disputato in America la vittoria sarebbe stata assegnata a Perkins, ma a Milano quella sera era impossibile perchè il pubblico era salito sul ring insieme al suo “Duilio”. Perkins all’annuncio del verdetto non fece tante storie, apparve rassegnato e sornione disse:” Ho incontrato Loi tre volte, ma ogni volta era un altro”. Loi era emozionato, felice, aveva dimostrato di essere tutt’altro che finito. Nelle interviste che seguirono subito dopo aveva detto che avrebbe staccato la spina per qualche giorno, ma non fu così perchè la spina la staccò per sempre…da campione del mondo con 115 vittorie, tre sconfitte tutte vendicate e 8 pareggi.

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